Non vorrei tediare con questioni personali, ma un incipit è necessario e doveroso. Dopo aver cercato per mesi (anzi, anni) di avere un bambino, quando ormai pensavo che mai avrei provato la gioia della maternità (anche se mi dicevano di non fissarmi, di non pensare sempre e solo a quello), ecco che qualcosa è cambiato.
Sono rimasta incinta poco prima di partire per un lungo viaggio di lavoro. Non sapendolo, ho viaggiato in compagnia delle mie piccole tra Bruxelles, New York e Turks and Caicos (Caraibi). Tornata a casa, faccio il test dopo una settimana di ritardo e, evviva evviva, il test è positivo!
Corro dalla ginecologa che mi conferma la lieta novella…
Fin qui, tutto nella norma.
Comincio ad arrovellarmi su come possa aver influenzato la gravidanza il mio viaggio (ancora non sapevo che non ero sola!). Tra aerei, auto, taxi, grandi mangiate, grandi bevute e nessuna attenzione alla mia salute, figurarsi a quella del bimbo/a.
Per fortuna la ginecologa mi assicura che è tutto a posto: anche il bimbo/a era in viaggio, per cui non c’è bisogno di agitarsi inutilmente. Comincia così la mia avventura da donna incinta, tra grandi dormite (all’inizio), incessanti e devastanti nausee (per molti, troppi mesi) e camminate sulle nuvole.
Nella foto, il mio primo cocktail a Turks and Caicos…al quale ne sono seguiti altri