Le ultime settimane di gravidanza, complice anche il bel tempo e il dolce far niente, spesso e volentieri sollecitavo le piccole in lezioni di danza. Nel senso che, come spesso suggeriscono gli esperti, far ascoltare musica ai bimbi nella pancia è un ottimo modo per rilassarli, far sentire loro qualcosa di diverso dal semplice chiacchiericcio oltre che, dicono, sviluppare i sensi, l’intelligenza e l’amore per la musica.
E così, via di radio, programmi musicali in TV, YouTube a cascata. Tutti i generi musicali, senza distinzione alcuna, facevano al caso mio. Ecco, il metal magari no. Quello non gliel’ho mai propinato. Ma tutto il resto sì. Sulla base anche delle mie preferenze: dal brit-pop alla musica classica, dalle hit alla musica americana.
Devo dire che, dopo i primi inevitabili attimi di perplessità, le bimbe cominciavano ad apprezzare l’interludio musicale e canoro e lo dimostravano tirando calci e pugni, girandosi e rigirandosi. Se avete provato cosa vuol dire avere qualcuno che usa la vostra pancia come un sacco da boxe, allora potete immaginare cosa significhi avere non due, ma quattro mani e quattro gambette che si muovono praticamente all’unisono.
Beh, c’è da dire che, nonostante l’intervento, la bimba ex-donatrice aveva comunque meno spazio della sorella, con conseguenti movimenti meno accentuati. Ma si dava da fare anche lei. Nonostante il monolocale in cui stava, rispetto all’attico della sorella. Era divertente fare l’esperimento soprattutto dopo pranzo. Quando il cibo arrivava loro e cominciavano ad essere nutrite e, quindi, anche a raccogliere energia, via di piroette e di battement jeté à la seconde!
Era uno di quei momenti dolci e spensierati, in cui potevo condividere qualcosa con le mie piccole, divertendomi e, credo, facendo divertire anche loro.
E poi, spesse volte, irrompeva il cane. Richiedendo attenzioni e abbaiando. E allora il passo a due si placava all’istante e partivano i singhiozzi sincronizzati.
E che dire, poi, di quando per combattere la noia mi sedevo sulla sdraio sulla terrazza di casa, col bell’ombrellone da mare aperto, ma con la pancia al sole. E’ incredibile come la variazione di luce venga percepita dai bambini.
Le mie, per esempio, non ho ancora capito se gradissero o meno. Fatto sta che, ogni volta che le posizionavo al sole, scultura di sabbia a forma di cupola, ecco che cominciavano a fare i pop-corn.
Piccole spinte a intermittenza, pop pop pop, prima una poi l’altra. in più punti della pancia, soprattutto dove la luce del sole scaldava maggiormente. Dicono che i bambini percepiscono le variazioni cromatiche, ma soprattutto gli sbalzi di temperatura. Non so se sia vero, ma in ogni caso, a noi succedeva così.
Magia e bellezza allo stato puro, pur nella sua tranquilla banalità.