Future mamme (quelle che già lo sono, lo sanno bene) mettetevi l’animo in pace. Quando avrete dei figli, a parte non contare quasi più nulla come identità a sé stante, la vostra vita già di per sé sconvolta, non sarà più vostra, ma di proprietà di altri.
Quando vorrete solo starvene per conto vostro, con i vostri bambini, pensate che a qualcun altro questa volontà legittima non andrà bene. Dovrete essere disposte ad avere un costante, continuo, asfissiante andirivieni in casa. E sentire le voci più acute e idiote che vi sia mai capitato di ascoltare. A me le vocine acute e idiote hanno sempre dato alla testa. Mai, e dico mai, nella mia vita le ho riprodotte per chicchessia. Immaginate allora come mi sono sentita i primi tempi, quando i gne-gne-gne e i pucci-pucci-pucci erano all’ordine del giorno (poi vanno scemando, per fortuna…). Semplicemente dentro di me pensavo “sono piccole, è vero, ma mica sceme! Ma hanno forti probabilità di diventarlo (sceme, intendo) se continuano tutti ad apostrofarle così”.
La verità è che, dopo aver trascorso cinque settimane io e loro, loro ed io e basta, arrivata a casa mi dava sui nervi il fatto di doverle condividere con gli altri. Avevo voglia di vivere un momento magico, di pace, nel mio ambiente, senza dover mostrare le bambine come se fossero degli oggetti in vendita. Può darsi che fossi esagerata, che fossi anche un pò gelosa. Va bene. Ma i primi tempi sono stati forse ancora più duri rispetto a quelli che tanto avevo bramato di superare.
E che dire dello show continuo di quando uscivo di casa? (ancora adesso, se è per quello).
E’ incredibile come la gente si rincoglionisca appena vede un passeggino doppio. Che poi, i gemelli, mica sono così rari di questi tempi. Anzi. Se ne vedono in giro, eccome. Ma la gente non può e non vuole esimersi dal cadere nel più bieco e visto schema stereotipato. Si passa dalla signora di una certa età che, vedendomi arrivare, da lontano iniziava ad alzare la mano come un vigile, imponendo l’alt. Signora, mi faccia vedere. Ce ne sono due!. No, ma che brava! Sa anche contare. La questione è questa: o lei è ubriaca e allora vede doppio, oppure sì, ce ne sono ben due, ma pensa tu!
Oppure, mentre cercavo disperatamente di farle addormentare, percorrendo chilometri su chilometri, pari alla doppia circumnavigazione della terra in un tempo record che nemmeno il Concorde, capitava spesso (anzi, quasi sempre) che persone che prima erano puntini lontani lontani, si avvicinassero con sorrisi sornioni e bocche spalancate pronte all’urlo: MA CHE BELLI, MI FACCIA VEDEREEEEEEEEEE! Ma sono due maschietti! Il tutto, rigorosamente urlato. No, signora, sono due femmine. Non a caso ho scelto le cappotine rosa per il passeggino…ma che glielo dico a fare, dicevo tra me e me, che me ne frega. Mi doveva importare, invece, che le due piccole pesti, disturbate dall’urlo dell’aquila. si fossero svegliate, dopo tanta fatica.
Dormono di solito? Fino a cinque minuti fa, sì. Replicavo ringhiando. Ah, mi scusi, le ho svegliate? Ma che belle che sono. E via discorrendo. E di riprendere a dormire, nella maggior parte dei casi, manco a parlarne.
Che dire poi di quando, passeggiando, mi fermano apostrofandomi con un “che bello, maschio e femmina, ha fatto la coppia!“. No, sono due femmine. Ormai la mia risposta è poco più che sussurrata, scuotendo la testa con un misto di rassegnazione e voglia di scappare lontano, più lontano che posso. Ah, pensavo…ho visto che questa è vestita di blu… Perché, lei signora non si veste mai di blu? Anche oggi, per esempio, non mi pare sia vestita di rosa! Ma poi perché devo fare polemica. La gente è così stupida, ma soprattutto così assolutamente, indissolubilmente ancorata agli stereotipi del passato. E sì, le bambine si DEVONO vestire di rosa e i maschietti di blu. Ma come ho fatto a non pensarci. Stupidissima me!
Non posso non ricordare, anche, le innumerevoli volte che mi sento dire: “questa qui si vede che è più agitata dell’altra, vero?“. No, non è così, dipende dai giorni, dall’umore, dal vento e dal sole. Dipende! E la tizia di turno, rivolgendosi direttamente alla bambina: “no, no, si vede benissimo che tu sei la più discola! Guarda che faccia furba“. Sì, guardi, ha ragione lei. Sono le mie figlie, ma di loro non ho capito un emerito cavolo. La prossima volta che sarò in dubbio, le faccio uno squillo e mi faccio dare risposte da lei, eh? Che ne dice? Ovviamente non l’ho mai detto, ma quante volte l’ho pensato!
Ah, e poi, le situazioni più surreali, come quando, al mare l’anno scorso, una signora ci ferma e ci dice le seguenti parole: che belle, sono gemelle? Ma sono nate lo stesso giorno? Beh, veda un pò lei…se sono gemelle, tranne nel rarissimo caso in cui uno nasce alle 23.59 e l’altro alle 00.01, allora sì, sono nate lo stesso giorno.
Oppure come quando mi fermarono per chiedermi se erano gemelle (SI, LO SONOOOOOOOOOOO) e se erano tutte e due mie! No, guardi, una l’ho trovata per strada e ho pensato di appropriarmene.
E, giuro, potrei continuare all’infinito. La razza umana è proprio strana. Va bene che il mondo è bello perchè vario, ma in questi casi, ho tanto l’idea che sia avariato, più che vario.