E’ ovvio, scontato e quasi matematico. Se una delle due si cucca qualcosa, anche l’altra la segue a ruota.
Me lo dicevano, i gufacci del malaugurio, quando ero incinta: “gemelli? bello, però che fatica! Quando uno avrà il raffreddore, se lo beccherà pure l’altro. Stessa cosa per la febbre, il morbillo, la scarlattina…”. E io dentro di me pensavo che, sì, evidentemente non si poteva proprio evitare un contagio a tempo di record. E’ chiaro: se stanno sempre insieme, dormono (sì fa per dire) nella stessa camera, letti vicini vicini, giocano insieme, come è possibile che non si passino i virus? Beh, è stato proprio così e lo è tuttora.
Ieri giornata a casa per controllare le piccole. Dopo il vaccino maledetto dello scorso lunedì, toccando loro la fronte ho sentito che scottavano. Ho pensato “sarà il caldo! Non può essere febbre, ti prego Signore…”. Quando, dopo un’ora, mi sono accorta che pur essendo in casa continuavano a sembrare due bollitori incavolati neri, ho deciso di rassegnarmi e provare la temperatura. 39°! Azz… Ecco perchè erano così rognose, così litigarelle, così piagnone. Ma porca miseria, proprio a fine giugno doveva capitare, con un caldo africano da far invidia alle popolazioni spalmate sull’equatore? E così, via di Tachipirina. E di demenza senile galoppante. Vocine che ho sempre odiato sparse nell’aria come zucchero a velo. Coccole e bacetti e capriole e danze. Per distrarle. Per farle sorridere e smettere di piangere. Povere piccole. Non bastava la febbre, sono anche cosparse di piccoli puntini rossi. All’inizio ho pensato che fossero punture di zanzare (Veronica ne è piena zeppa). Poi mi sono accorta che spuntavano un pò ovunque, come funghetti dopo una pioggia primaverile. Ma soprattutto, in posti in cui una zanzara, seppur geneticamente modificata, avrebbe potuto arrivare solo con tanto di scudo, corazza e lancia cosmica. E così, dopo aver parlato con la pediatra, ho avuto la triste conferma che lo stramaledetto vaccino di quasi 10 giorni fa ha mietuto due vittime illustri. E che i puntini rossi sono proprio legati come il cacio sui maccheroni alla profilassi anti-morbillo.
Cosa fare, allora, se si ha in casa non una, ma ben due scimmie urlatrici che smaniano per la febbre e per il prurito (sfogo e punture di zanzara insieme, ovvio)? Medicinali a parte, mi sono armata di un’abbondante dose di pazienza (non pensavo di poterne avere così tanta, prima di avere due figlie), di giochi e libri e canzonette come se piovesse, e ho lavorato affinché le piccole fossero continuamente distratte. Tra giochi in casa, passeggiate nel boschetto, dormitine nel giardino, ieri è stata la giornata dedicata al delirio.
E mentre loro ingurgitavano puntuali come un orologio la loro dose di Tachipirina (che ha fatto il suo bravo dovere, ma che le ha anche fatte sudare come cammelli nel deserto), io anelavo a bermi un nuovo cocktail, la Tachipirin(h)a, per dimenticare e abbracciare un Morfeo da tempo dimenticato. Sfortuna vuole, che questo cocktail ancora non l’abbiano inventato. Se succederà, nel caso, sappiate che il copyright lo devono a me!