Parlo da mamma neofita: la questione dei vaccini è nebulosa e tentare di districarvisi complicato e apparentemente impossibile. Parlando con diversi medici, ho trovato maggiore disponibilità all’utilizzo del “medichese”, piuttosto che di argomentazioni forti e concrete (e altrettanto chiare) che permettessero di far svanire almeno in parte la nebbia che accompagna certe informazioni.
Ho deciso allora di proporre un’intervista alla Dottoressa Simonetta Cherubini, Direttrice della Struttura Complessa di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio (VA). Perché proprio lei? Per alcuni motivi innanzi tutto: perché è presso questo ospedale che le mie gemelle sono state ricoverate dopo la nascita per cinque, lunghissime settimane. Perché la Dottoressa Cherubini vanta un curriculum di assoluto rispetto (dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia è seguita la specializzazione in Pediatria, poi la specializzazione in Neonatologia e Patologia Neonatale, poi un Master in Emergenza-Urgenza Pediatrica e altro ancora) e un’esperienza che la rende l’interlocutrice perfetta per sciogliere alcuni dubbi sull’argomento. In secondo luogo, non meno importante, l’umanità e la propensione al dialogo col paziente. Dietro lo sguardo severo e il piglio manageriale, si nasconde una professionista che mostra empatia, gentilezza e pugno duro, quando serve. Anche nei confronti dei pazienti. E parlo per esperienza personale.
Essendo dunque l’interlocutrice perfetta, vediamo insieme come sfatare falsi miti e come reperire alcune informazioni preziose e precise sull’argomento dei vaccini.
- Parliamo della questione dei vaccini. Il mondo dei genitori si spacca in due: chi dice sì e chi invece preferisce non farli. In linea generale, Lei cosa ne pensa? E quali sono i miti da sfatare?
Sì, l’opinione pubblica si divide tra chi è pro-vaccinazione e chi è contro, perché indeciso, male informato o disinformato e chi è confuso. La tematica è così delicata da non permettere l’affidamento di una scelta a comunicazioni poco attendibili e prive di scientificità; né è consentito esprimere pareri personali, di fronte ad indicazioni dettate da ricerche scientifiche, da società scientifiche o dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I rilievi epidemiologici e i risultati scientifici non devono essere posti in discussione da timori ingiustificati e finte controindicazioni alle vaccinazioni. La responsabilità di una corretta informazione è del medico, delle società scientifiche, delle strutture e delle organizzazioni che si occupano di medicina preventiva, delle campagne informative e dei mass media. La mancanza di chiarezza genera confusione.
- Vaccini obbligatori e vaccini volontari. I vaccini obbligatori vengono fatti intorno ai 3 mesi di vita dei bambini. Non le sembra troppo presto? E nel caso di bambini prematuri? Quali sono gli accorgimenti e i consigli che darebbe alle mamme?
Rispondo ribadendo l’inopportunità ad esprimere opinioni personali in merito. La risposta deve essere univoca, nel rispetto delle conoscenze derivate da studi molto seri, in seguito ai quali è stata posta indicazione per le vaccinazioni dal 61° giorno di vita. Lo sviluppo completo del sistema immunitario del bambino avviene dopo il secondo anno di vita. Ciò rende questa fascia pediatrica più suscettibile alle infezioni e quindi meritevole di una protezione precoce nei confronti di alcune malattie specifiche. Nulla di improvvisato, quindi, ma conseguente alla valutazione di molteplici fattori: il rischio infettivo, l’immaturità del sistema immunitario, la protezione parziale garantita dagli anticorpi di origine materna e trasmessi nell’ultimo trimestre di gravidanza. I nati pre-termine, proprio per questo motivo, hanno un corredo articorpale materno più povero ed un sistema immunitario ancora meno maturo, con il rischio aumentato di contrarre un’infezione rispetto ai nati a termine. Quindi, per questi bambini, è necessaria un’attenta osservazione del calendario vaccinale, salvo diverse indicazioni del pediatra. Il consiglio che mi sento di offrire alle mamme è una raccomandazione: quella di affidarsi al pediatra di fiducia, al quale chiedere le informazioni e i consigli che le possano guidare a “scegliere bene, per il bene del proprio bambino”.
- L’Haemophilius influenzae di tipo B è invece facoltativa. Per quale motivo? Cosa rischia il bambino che non si sottopone a questo vaccino?
In epoca pre-vaccinale, l’Haemophilius influenzae era la causa più frequente di meningite batterica sotto i cinque anni di età; introdotto il vaccino nel 1995, l’incidenza della malattia è crollata. Questo è successo in seguito ad una forte campagna di vaccinazione che, insieme alla riduzione dei casi di malattia registrati, ha permesso di raggiungere progressivamente un livello di copertura molto alto. L’alta copertura vaccinale e la riduzione del rischio epidemiologico, permettono la protezione anche di quella minoranza di soggetti non vaccinati, che fruiscono di quella che viene chiamata “immunità di gregge”. Benché facoltativa, la vaccinazione rimane “consigliata e raccomandata”.
- Autismo, epilessia e SIDS, quali connessioni reali ci sono tra queste problematiche e i vaccini? Quanto c’è di vero e quanto è legato a leggende metropolitane?
- In linea generale, cosa consiglia ai genitori? Di seguire tutte le profilassi segnalate dalla propria ASL di appartenenza o di sentire prima il parare di un medico? Specialmente nel caso in cui non si voglia procedere con le vaccinazioni?
- Qualche consiglio specifico per genitori di gemelli nati prematuri?
Sempre il solito, indico di seguire l’indicazione del pediatra che si prende cura dei gemellini.
- A che età consiglia di sottoporre i bambini ad una visita oculistica?
- Nel caso dei bambini nati prematuri, è opportuno fare un controllo approfondito? Se sì, perchè?
- Come si fa a capire se un bambino ha difficoltà visive?