Non amo particolarmente Oscar Wilde, per molti motivi, primo tra tutti per la sua inguaribile ed incurabile misoginia. E lo ritengo poco intelligente anche nell’aver detto che “l’amicizia è più tragica dell’amore perché dura più a lungo”. Ora, non credo e voglio sperare che la sua intenzione non fosse quella di affermare che un rapporto di amicizia logora ed è negativo perché dura troppo. Se così fosse, me ne dissocio. Io amo pensare che, sotto i fumi dell’assenzio o di qualche altra sostanza, non abbia considerato la bellezza di qualcosa, l’amicizia, che dura nel tempo.
Come già ho detto, di amici ne ho davvero pochi. Preferisco la qualità alla quantità. Le mie amiche si contano sulla punta delle dita di una sola mano. Non mi somigliano per niente, hanno velleità e capacità completamente differenti dalle mie, hanno credi e convinzioni diametralmente opposte. Vivono una vita che non è la mia né ha dei punti di contatto. Le mie amiche le ho incontrate nel corso della mia esistenza, in ambiti differenti, dalla scuola al lavoro al caso. Sono entrate nel mio quotidiano, quasi tutte, in punta di piedi. E ci sono rimaste. Non ho molto tempo per frequentarle, le sento poco, per lo più tramite messaggi e telefonate, a volte con bigliettini di auguri per Natale. Ma sono sempre lì, presenti. Non si offendono se stiamo parecchio senza sentirci. La bellezza di queste amicizie è che, con loro, ritrovarsi significa non essersi lasciate mai. E’ proprio come se fosse trascorsa qualche ora dall’appuntamento precedente. Non ci sono remore né imbarazzi. Ci si racconta di tutto e di qualsiasi cosa, anche la più intima. Si condividono pensieri, parole e silenzi. Soprattutto silenzi. Avete mai provato quella sensazione di pesantezza e di imbarazzo tipica di quando si sta con qualcuno, la conversazione langue e, in qualche modo, sentite di dover riempire quello spazio, quel vuoto privo di parole. Dovete dire qualcosa per forza. A me capita spesso, soprattutto con persone con cui non ho particolare affinità. Con le mie poche amiche no. Stiamo bene anche in silenzio. Godendoci insieme il panorama, l’ambiente in cui siamo, i rumori di sottofondo. Ecco, l’amicizia è anche questo. La condivisione del nulla.
Una delle sensazioni più belle che provo con le mie amiche è quella del ridere. A crepapelle, a tratti in modo sguaiato, così forte da far tremare le pareti, da far girare la gente che ci circonda. Che a volte si unisce a noi nella risata. Quelle risate piene, ricche di significato, ma anche sciocche. Senza un perché. Ecco, quelle senza motivo sono le più belle. Capitano di rado, ma quando accadono il calore e la gioia mi pervadono, la sensazione di benessere che provo è magnifica. Il ridere senza un motivo o senza uno scopo è possibile solo con qualcuno che conosci bene, che ti conosce altrettanto bene, con cui molto spesso hai condiviso momenti duri, ma anche lievi. Ecco, quel qualcuno è l’unico in grado di capire e di capirti fino in fondo.
Una vera amica, di quelle che si incontrano di rado, ti sostiene e ti appoggia sempre e comunque. Ti aiuta quando ne hai bisogno, si fa da parte quando i cosiddetti ti girano a mille. Per poi richiamarti per sapere se si sono fermati. Un’amica ti ascolta sempre e comunque, comprende i tuoi stati d’animo, percepisce la tua amarezza e capisce la tua gioia ancor prima che questa si sia manifestata. Ti puoi lamentare per un tempo infinito. Una vera amica non ti dirà mai “smettila di lamentarti” ma “lamentiamoci insieme, per ora”. Il tuo tormento è il mio. Il tuo problema è anche un mio problema.
Una vera amica, se vi capiterà mai di uccidere qualcuno, non sarà quella che vi farà la morale. Ma colei che, preso atto in silenzio della situazione, vi domanderà “come ci sbarazziamo del cadavere?”.
L’amicizia, quella vera, dura sicuramente nel tempo. E anche se la distanza, gli impegni quotidiani, le problematiche di tutti i giorni possono allontanare le vere amiche per periodi più o meno lunghi, non importa. Quando ci si ritrova, i coriandoli che il vento aveva spazzato via tornano a ricomporsi e a riprendere la forma di un tutt’uno.
Non ho molte amiche, vere intendo. Quelle poche che ho cerco di tenermele strette. A loro va il mio buongiorno di questa mattina. Non ho bisogno di fare nomi, loro sanno chi sono.