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Quando le bambine fanno ohhhhhh

IMG_4061Domenica dedicata al relax. Domenica dedicata alle Gem. Come al solito e anche di più.

Al mattino, giretto a Sesto Calende, passeggiata in riva al fiume rincorrendo le papere e le gabbianelle, in un coro costante di “ohhhhhh” e “ahhhhhh”. Le piccole si sono divertite come pazze. E’ incredibile come i bambini possano trovare meravigliosa qualsiasi cosa si ponga sulla loro strada. In particolar modo, un sacco di elementi più o meno naturali, che noi adulti diamo per scontato. Le gemelle amano tutto ciò che è peloso e si muove: dai cani, ai gatti, ai piccioni, ai passerotti, alle paperette. Ma anche elementi più terreni, come aerei, elicotteri, camion, moto. E le campane che suonano a festa. Qualsiasi cosa produca un rumore, sia esso un verso o un clacson strombazzante, racchiude segreti immensi e meraviglie incommensurabili, per loro. Ed è magnifico guardare le loro espressioni che cambiano, di volta in volta, a seconda della novità che stanno guardando. E’ bellissimo pensare a come, nella loro scoperta del mondo, ogni piccolo particolare assuma un connotato magico e degno di osservazione. Mi piacerebbe tornare bambina solo per rivivere le emozioni fortissime che vivono loro oggi.

Di articolare frasi di senso compiuto, ancora non se ne parla. Ogni tanto lanciano, qua e là, parole come “mamma”, “papà”, “cacca”, “cane”, “coccodè”. Che poi, a ben guardare, per le loro esigenze primarie vanno più che bene. Mancherebbero “acqua” e “pappa” o “fame”, ma per ora ci adeguiamo. Certo è che, nelle loro espressioni di vocali prolungate, dalla O alla A, sta racchiuso tutto un mondo fantastico, che noi adulti abbiamo dimenticato.

A Sesto Calende, lungo il fiume, c’è un bellissimo parco giochi: scivoli, casette, giochi vari, altalene, sabbia e alberi. Ci eravamo già stati. Anche ieri ci siamo tornati. E qui, tra corse, cadute, foglie raccolte e tentativi di addentare rametti spezzati, abbiamo lasciato che le bimbe si stancassero per bene. E che respirassero un pò d’aria pulita. E si sporcassero. Come i bambini devono poter fare. Tranne quando Ludovica ha addentato la scala in corda di un gioco. Ecco, lì siamo intervenuti staccandole le fauci dal sudiciume.

Il pomeriggio, invece, siamo stati al Luna Park di Legnano. Un’istituzione per la città lombarda, con una storia che dura ormai da ben 200 anni. Un ressa che non vi dico. Gente che spuntava dappertutto, passeggini come se non ci fosse un domani, donne bercianti e uomini panzoni che si lanciavano sulle bancarelle degli hot dog come se da un panino potesse dipendere la loro vita. Tra luci, suoni, colori di ogni tipo, cicaleccio costante e mille e una giostra, ho passato la maggior parte del tempo a guardare le reazioni che si dipingevano sui visini di Ludovica e Veronica. La loro prima visita ad un Luna Park! E’ stato divertentissimo. Le espressioni stupite, le bocche aperte e formare una O perenne, i sorrisi spalancati, le manine in movimento perenne, le testoline che si muovevano su e giù a ritmo di musica. Non so cosa pensassero. Non ne ho idea. Ma so per certo che è stata un’esperienza indimenticabile, per loro. Ma anche per noi. A me, personalmente, ha fatto tornare bambina. Anche se, in realtà, ho sempre amato i Luna Park e le giostre in generale. E ho sempre trovato una scusa per visitarli. E, in tutte le occasioni, per salire su almeno una attrazione. Castelli stregati in testa.

Vista la loro età, però, di case stregate nemmeno a parlarne. E allora abbiamo ripiegato sul simpatico BrucoMela. Nel corso dei decenni ci ho accompagnato, da volontaria felice, tutti i miei cugini. Noi tre, sedute quasi in testa al Bruco, strette strette, per ben due giri consecutivi. Veronica, felicissima, guardava a destra e a sinistra, staccava anche le manine dalla sbarra, rideva felice. Ludovica, schiacciata tra me e la sorella, era un pò meno convinta. Ma pazienza. E’ stato un bel pomeriggio. E sono stata felice di aver avuto la possibilità, ancora una volta, di vivere un’altra loro prima esperienza. Il bello di essere genitore è anche questo.

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