World Prematurity Day (WPD), ovvero della giornata mondiale della prematurità, celebrato per la prima volta il 17 novembre 2008. Lo sapevate che 1 bambino su 10 nasce prematuro? Certo, ci sono diversi stadi di prematurità, tutti diversi tra loro e tutti ugualmente pesanti per le mamme e i loro piccoli. Lo scopo di questa celebrazione è quello di portare all’attenzione delle persone in generale, delle mamme e dei papà, la prevenzione del parto prematuro e la nascita prematura. Sulla prevenzione, in realtà, penso che si possa fare ben poco. Certo, ci sono accorgimenti specifici che ogni mamma dovrebbe tenere bene a mente, ma poi se ti deve capitare, ti capita.
Si stima che, ogni anno, circa 13 milioni di bambini nascano pre-termine (le mie piccole sono nate alla 31^ settimana + 2 giorni. Considerando che una gravidanza a termine si sviluppa e si conclude nel corso di 40 settimane, Ludovica e Veronica possono a tutti gli effetti essere considerate premature. Praticamente sono nate di sette mesi). Il mio caso (e il loro) rientra in quella sparuta percentuale, 6-7%, di parti affrettati, in cui il bambino o i bambini nascono prima della 37^ settimana di gestazione e con un peso inferiore ai 2 kg e mezzo. Loro pesavano, alla nascita, 1850 kg e 1770 kg. Un peso di tutto rispetto, considerando la prematurità.
La percentuale che voglio ancora propinarvi, per la sua positività, è quella che riguarda il successo e le aspettative di vita dei piccoli guerrieri nati troppo presto: il 98,2% non ha particolari problemi né complicanze. Ciò significa che, seppur rinchiusi in un ospedale per settimane, spesso e volentieri per mesi, poi riescono pian piano a risalire la china e ad andarsene a casa con le loro mamme. Come è successo a me: 5 interminabili, lunghissime tremende settimane in ospedale, tra incubatrici, monitor, esami, controlli, culle termiche, tubicini. E io, me ne accorgo adesso, sono stata fortunata. Mai ossigeno terapia, mai problemi seri di vista, mai blocchi cardiaci. Ad altre mamme, non è andata bene come a me.
Mi sono iscritta ad un fantastico gruppo su Facebook dal nome Bimbi Prematuri – Bimbi IUGR e SGA. I nati guerrieri e la loro forza. Mi ha incuriosito il titolo del gruppo e ho pensato che forse avrei potuto leggere storie come la mia e sentirmi un pò meno unica (nel senso negativo del termine). Ci ho trovato un ensemble di donne straordinarie: agguerrite, serene, forti. Donne all’apparenza normali, che di normale però non hanno quasi nulla.
Non fraintendetemi, ma quando leggo esperienze di mamme che hanno trascorso in ospedale oltre 6 mesi o più della loro vita, insieme ai loro piccoli, senza mai mollare, ecco, per me quelle donne non sono normali. Loro sì che hanno quei superpoteri che a me mancano. Ho letto di donne che hanno dato alla luce piccoli guerrieri ad appena 25 settimane di gestazione. Alcuni pesavano meno di un sacchetto di pomodori. Ed erano così piccoli da stare in una mano. Non scherzo, ho visto le foto. E, a quelle stesse foto di piccole tartarughine rugose, dall’espressione corrucciata da vecchi saggi, ci sono sempre affiancate le foto di come sono oggi, quei bambini. Facce monelle e sorrisi tirabaci. Gambette che corrono e mani che afferrano giochi. Ed è in quelle foto che rivivo la gioia di avercela fatta. Di aver riportato a casa le mie piccole.
Certo, secondo una ricerca pubblicata da Agi Salute, i bimbi prematuri avranno sempre maggiori problematiche rispetto ai bambini nati a termine, almeno fino all’incirca al compimento dei 5 anni d’età. Sulla base di questa ricerca, i bambini nati prima della 32^ settimana (quindi come nel mio caso), hanno maggiori possibilità di contrarre infezioni, di avere crisi respiratorie e cardiache e altro che preferisco non scrivere. Molti non ce la fanno. A me, a noi, è andata bene.
Per questo motivo, martedì prossimo, 17 novembre, io festeggerò con Ludovica e Veronica una sorta di “compleanno alternativo”, per ricordarmi e ricordare loro quanto siamo state fortunate, nonostante tutto.