Si preannuncia una nevicata come non se ne vedevano da un secolo. O quasi. Dal lontano 1985, per essere precisi. Io allora ero una rampante, occhialuta alunna di prima elementare. E me la ricordo ancora. Scuole chiuse, strade impraticabili, tetti bianchi oltre misura e ghiaccio ovunque. Un pomeriggio di quel 1985 uscii di casa a piedi, ben imbacuccata, insieme a mia zia Anna Maria. Che mi deve perdonare se ho scritto male il suo nome, dato che non ho ancora capito se è tutto attaccato o no…
Quel pomeriggio mi portò a scegliere i regali per il mio compleanno (18 gennaio, per la cronaca). E fu complicato raggiungere i negozi, tra cumuli di neve sporca e manti bianchi lucenti. Inutile dire che, come sempre, scelsi i capi più cari. Ricordo per certo un paio di pantaloni di velluto blu che divennero i miei preferiti per i mesi a venire.
Tra risate, sdrucciolate, dita intirizzite e gocciolina cristallizzata al naso, ricordo quel pomeriggio come uno dei più belli della mia infanzia.
La neve, almeno per i bambini, ha un che di magico e sospeso. Tutto si ferma, diventa ovattato e giocoso. La neve costa poco, ma sa regalare emozioni vere e sincere. Il fatto del costo, poi, diventa relativo se ti porti dietro una bambina seienne con la dote nemmeno troppo nascosta di saper scegliere, nel mucchio, sempre la soluzione più costosa.
Ma mia zia, allora come adesso, non fiatò. Pagò e basta. E forse, quel luccichio nei suoi occhi che ancora ricordo, non era dovuto alla gioia di vivere una città imbiancata, ma al fatto di aver subìto un salasso….
Quindi l’esperienza insegna: mai uscire per compere con i bambini, soprattutto se non li si indirizza nel modo corretto. Ludo e Vero, siete avvisate. E pure io. Neve o no.
Voglio la neve 😍 mi diverto a dire che ero una bambina della neve, sono nata nell’1985😅😅😅
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Eh, dai…sei giovane! Altro che me! 😁😁😁
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Basta essere giovani dentro 😘
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