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La risposta è nelle stelle

Di solito, non appena vedo in libreria un volume nuovo dello scrittore americano Nicholas Sparks, cambio immediatamente direzione. Di questo autore ho letto, anni fa, Le parole che non ti ho detto, e mi è bastato. Non che scriva male, anzi. Considerando poi un dettaglio non trascurabile su quanto ha guadagnato in questi decenni dalla vendita dei suoi libri, direi che tutto sommato schifo non può fare. Sì, sì, la storia la conosco bene… de gustibus non est disputandum e tutte quelle cavolate lì. Ok, me ne faccio una ragione.

Nicholas SparksE allora, nonostante la prima impressione, che solitamente è quella più azzeccata, me l’avesse fatto inserire a pieno titolo negli autori più melensi e sdolcinati dell’ultimo secolo, quando mi hanno portato a casa il volume La risposta è nelle stelle ho pensato che no, non ce l’avrei fatta a leggerlo. Aprendo una piccola parentesi, il libro arrivò a casa mia perché la precedente proprietaria, una volta letto, lo avrebbe buttato perché non sapeva che farsene. E io, da amante convinta e anche un pò psicopaticamente attaccata alla carta stampata, non potei fare a meno di accoglierlo nella mia stracolma e quasi implodente libreria. Comunque, tornando a noi, dopo aver letto tutti, ma proprio tutti i volumi ancora in attesa di attenzione, decisi di cominciarlo, consapevole del fatto che, una volta iniziato, mai e poi mai avrei abbandonato la lettura a metà. Salvo conati di vomito improvvisi.

Beh, che dire, mi sono almeno parzialmente ricreduta. Certo, lo stile è sempre quello, la storia d’amore c’è, il lieto fine pure. Anche se, almeno per questa volta, il finale a tinte rosa è stato col botto. Una piacevole sorpresa. Le storie che si intrecciano sono quelle di Ira, un anziano, che ha un terribile incidente d’auto, Sophia, una tipica studentessa universitaria americana e poi lui, il bel tenebroso pieno di guai e problemi, ma dolce e capace di grandi gesti, Luke. Infine, il personaggio che più ho amato, quello che rivive nei ricordi di chi resta (Ira): la moglie defunta Ruth, che magicamente riprende per un breve periodo di tempo il suo posto di fianco al marito.

Nonostante i cuori, i fiori e le rose tipiche di questi romanzi romantici, questo tutto sommato non mi è dispiaciuto perché, oltre ai sentimenti, l’autore parla moltissimo di arte. Ed è stato soprattutto questo elemento a convincermi a terminare il libro e anche ad apprezzarlo.

 

 

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