Chi ha figli quasi dueenni come me, lo sa: la sera è quasi sempre un delirio. E magari fosse di onnipotenza, ma no. E’ un delirio proprio nel senso di delirium tremens. Sono un pò di giorni che le Gem non dormono più al mattino. E fin qui, tutto nella norma e nella normale prassi di piccole scimmie che crescono. Il riposino mattutino, secondo illustri esperti, dai due anni in poi non si fa più, o quasi. Ma che succede poi? Succede che le Gem, puntuali come l’intralcio che ti capita inevitabilmente quando stai scattando verso la porta del treno in partenza che si sta chiudendo, si addormentano sui seggioloni all’ora di pranzo, con ancora la bocca sporca di sugo e le manine impiastricciate di sostanze varie e difficili da identificare. Dormono come sassi fino alle due, poi sveglie e pimpanti come grilli, danno molto più che del filo da torcere alla tata, MagicAnto.
Quando poi tocca a me cuccarmele, dalle 18.30 fino a che il padre non arriva, il divertimento è assicurato. Sono tre sere che, al momento della cena, si scatena l’orda dei barbari. Riesco a tenere tutto sotto controllo dal momento in cui le sistemo sui seggioloni. Oddio, sotto controllo più o meno. Imbocco prima una e poi l’altra e se tra una cucchiaiata e l’altra non sono abbastanza veloce con quella che ha già svuotato la bocca, partono urla e cori da stadio che si sentono anche fuori casa. Non pochi i passanti che alzano lo sguardo verso il nostro balcone. E se poi, per disgrazia, il boccone che propino non l’ho raffreddato come Dio comanda, apriti cielo! Urla e pianti isterici si uniscono ai tentativi di fuga che metterebbero in ombra acrobati provetti: è tutto un contorcersi, sgusciare, puntellare di gambe braccia piedi mani per scappare dai seggioloni. E il boccone tanto odiato viene sputato in ogni direzione, col risultato che le magliette candide, appena infilate, prendono i contorni a pois di un leopardo, i bavaglini sembrano appena usciti da una guerra a colpi di spruzzi e i muri assumono colori dalle tonalità più strane.
Ieri sera, mentre cercavo disperatamente di arginare i tentativi di fuga e di cacciare nelle bocche urlanti il pasto serale, Ludovica ha pensato bene di aprire le danze della protesta, serrando fortemente le mascelle, urlando a minuti alterni in un crescendo spasmodico. La sorella che ha fatto? Ovvio, l’ha seguita! E così anche Veronica si è cimentata nella sua migliore interpretazione della posseduta, scalciando e sputando pezzi di pesce e melanzane un pò ovunque. Tra un “acqua!” e un “pane!” ripetuti fino alla nausea, ho tentato in tutti i modi di far loro finire ciò che c’era nel piatto. Con risultati davvero disastrosi: melanzane miste a bava miste a lacrime avevano punteggiato come un pregevole quadro astratto ogni superficie libera nel giro di due metri, compresa la mia maglia, la mia faccia e i miei occhiali. Che per fortuna, se non altro, hanno svolto un’ottima funzione protettiva. Persino il cane, che di solito se ne sta accucciato sotto i seggioloni in attesa che caschi qualcosa, quando ha subodorato il pericolo di trovarsi sotto il fuoco nemico, cibo o non cibo, è trotterellato a tutta velocità verso il mobile più basso dell’ingresso. Sotto il quale si è infilato, strisciando come Demi Moore nel “Soldato Jane” in una superba imitazione. Appiattito come una sottiletta, osservava di sbieco la scena, mugolando ogni tanto. Non so se per approvazione o per terrore. Ma poco importa. Da lì non è uscito finché le Gem non si sono placate, al momento della frutta. Non pensavo che avrei mai potuto dirlo ma, grazie al melone, la rivolta è rientrata nei ranghi e io ho potuto trascinare le mie stanche membra in bagno, per dare al mio aspetto a chiazze una nuova parvenza umana.
Speriamo che oggi MagicAnto le rimetta in riga. Antonella, conto su di te!