La tecnologia può fare cose meravigliose e allo stesso tempo brutali. Può permettere ad un medico di operare un paziente a cuore aperto semplicemente manovrando una mano robotica. Può mettere in contatto astronauti in missione nello spazio con la base e viceversa.
Può permettere a due amiche lontane migliaia di chilometri di distanza di parlarsi (e vedersi), con un semplice doppio click su un’icona di Skype.
Può farti prenotare un biglietto per il concerto del tuo gruppo preferito, viaggiare intorno al mondo, vivere attimi di evasione e leggere notizie e curiosità da ogni parte del mondo in tempo reale.
O, molto più semplicemente, può farti scrivere testi, lettere, post, tweet e qualsiasi altra cosa passi per il proprio cervello da ovunque voi siate. Sì, proprio così, da ovunque ci si trovi. E, magia ancora maggiore, lo si può fare senza aver bisogno di avere di fronte al naso un computer (fisso o portatile che sia).
Eh sì, perché banalmente parlando, basta un tablet o uno smartphone. E non solo. Questa magnifica, utile, superba tecnologia può fare anche di più! Udite udite, amici cari: i post, praticamente tutti, possono essere programmati. Per coloro i quali non masticano, o masticano poco, del fantasmagorico mondo digital, un articolo, un post su un blog (come questo, per esempio), un tweet, un post su Facebook, possono essere scritti ora, ma pubblicati domani, tra un mese e financo tra un anno.
Magie e potere di internet!
Esiste poi la tecnologia cattiva, faccia opposta della stessa medaglia che, se usata male, può offendere, ferire e calunniare una persona. La legge è presto fatta: le parole scritte hanno sempre una valenza con effetti contrari e opposti a quelli che, si spera, si intendevano produrre. Ciò vale tanto per una mail, quanto per un articolo, quanto per i vari post sui social network o media. Ecco perché, prima di usare indiscriminatamente le parole, sarebbe opportuno, sempre e comunque, respirare, respirare ancora, poi scrivere, leggere e rileggere quello che si sta indirizzando ad una persona. Ché le malelingue si possono affrontare di petto, se si ha voglia di uno scontro frontale, mentre le offese e le supposizioni scritte, invece, lì rimangono e sedimentano. Lasciando strascichi talvolta difficili da cancellare.
Comunque, come ultima cosa, vorrei aggiungere che questo post che state leggendo (forse) ora non l’ho scritto pochi minuti fa. E non ero nemmeno davanti al mio pc. No, signori, l’ho programmato!
Magie e meraviglie della tecnologia, appunto.