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Perché i bambini devono sporcarsi

bambino-sporco-di-pitturaSono una abbastanza schizzinosa. Detesto immergere le mani nella farina o in qualsiasi altro preparato appiccicoso. Detesto sporcarmi le mani per preparare impanature, torte o similari. Ecco perché non sarò mai una buona cuoca. Detesto mettere le mani nella sabbia. Non parliamo dei piedi. Mi dà così fastidio che non appena un granello di sabbia si posa sui miei piedi, devo correre a sciacquarli immediatamente. Pena una crisi isterica senza precedenti. Detesto piantare o rinvasare i fiori, è un compito che spetta a mio marito. Mi piacciono i vasi ben curati, i fiori rigogliosi e le piante ben potate, sia chiaro. Ma odio sporcarmi le mani con la terra. Non concepisco assolutamente quelle attività che, in qualche modo, possano impiastricciarmi le mani. Insomma, non sono una persona dotata di una buona manualità spiccia.

E mi rendo conto che, ora che ho due bambine, questo è un grande, enorme limite. Va bene l’igiene, va bene la pulizia, benissimo l’attenzione ai microbi. Ma i bambini, secondo il mio modesto parere, devono crescere liberi di sporcarsi. Non sto parlando di zompare nelle pozzanghere come fanno Peppa Pig e il suo fratellino George. Né di rovesciarsi addosso la qualunque come fa Masha in alcune puntate. Per carità. Ma sedersi nell’erba fresca in un parco, raccogliere ramoscelli, giocare con la sabbia, mi sembrano attività che possono sviluppare capacità cognitive-comportamentali di una certa qual utilità. Ho avuto una mamma che mi ha trasmesso la paura dei microbi e, benché nel corso degli anni la mia soglia di guardia si sia notevolmente abbassata, tuttavia non posso dire di essere propriamente “guarita”. E, a detta di alcuni medici, molte delle mie allergie sviluppate nel corso degli anni sono state proprio causate da questa educazione estrema all’igiene. Ripeto: con ciò non voglio dire che permetto alle Gem di lanciarsi in ogni dove o di rotolare nel fango. Dico solo che, a ragion veduta e sulla base di teorie pediatriche recenti, lascio che vivano l’ambiente esterno molto più di quanto sia stato a me concesso.

Giusto o sbagliato che sia, loro sono felici. E io pure. Fanno esperienza, giocano, si sporcano e, una volta a casa, acqua e sapone non glieli toglie nessuno! E io tento di superare le mie fobie giocando con loro. Speriamo che non abbiano, in futuro, tutte le allergie che mi hanno accompagnata per anni. E speriamo anche che da grandi siano cuoche, giardiniere, creatrici migliori di me. O che siano semplicemente quello che vogliono, senza la preclusione di alcuna esperienza utile alla loro crescita.

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