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Alcune cose che, quando sei mamma, non fai più

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copyright: Tata Simona

Quando la tua vita viene scaraventata in un frullatore alla massima potenza ci sono cose che prima consideravi banali nella loro normalità e che diventano inequivocabilmente delle piombatoie. Te ne dimentichi. O fai finta di dimenticartene, perché se ci pensi ti rendi conto di quanto non sei più TU, ma la mamma di.

  1. Un bagno lungo e rilassante, idromassaggio a nastro, un bicchiere di vino a tenerti compagnia sul bordo della vasca. Se hai figli, cara amica, lo sai: rilassarsi non esiste più. Avere del tempo per te, nemmeno. E il bicchiere di vino avrebbe vita brevissima: nel senso che o lo tracanni alla goccia e non lo gusti, oppure rischi che finisca a fare il bagno insieme alle bollicine della vasca, sperando che il bicchiere rimanga intatto.
  2. Le creme ti riportano alla mente panna, ripieno chantilly, cioccolato fuso. A casa ho chili e chili di creme idratanti, anti-cellulite, da notte, da giorno, da pomeriggio, contorno occhi, contorno labbra, contorno gomiti…Creme che non uso più, che hanno fatto una disgustosa crosticina, che forse (anzi, di sicuro) sono pure scadute. Ma a cui è impossibile ridare il lustro perduto. Ché nel momento in cui hai la mano piena di crema di qualsiasi genere essa sia, come delle furie, le Gem piombano in bagno. E se provi a chiuderti dentro a chiave, quattro mani battono incessantemente per farsi aprire. E allora, con buona pace della prova costume, lascio perdere. Sperando che non guarderanno per forza il giro coscia o le rughette intorno alla bocca.
  3. Gli abbinamenti: colori, vestiti, accessori. Prima aprivo l’armadio, guardavo dentro con calma, sceglievo con cura, provavo e riprovavo. Ora no. Ora è un tirare giù dalle stampelle la prima roba che mi capita tra le mani (e che ancora mi entra), arraffare una maglietta a caso, vestirmi a tempo record e via, pronta per un nuovo giorno. E poco importa se i fiori non si abbinano alle righe o se il blu col marrone è vestito da cafone. Adesso tutto è lecito. Anche sembrare un arlecchino fuori stagione. O una Vivienne Westwood senza arte né parte.
  4. La mezzora serale in bagno. Ah come adoravo leggere in bagno! Libri, riviste, etichette di prodotti di bellezza, ingredienti di liquidi per le mani. Potevo starci davvero mezzora o anche di più. Ora no. Adesso, nel momento in cui mi siedo per fare pipì, devo essere una scheggia e fare tutto il più velocemente possibile. Sempre e rigorosamente con quattro paia di occhi puntati addosso e due bocche ad intercalare parole come “mamma pipì”, “pancia”, “catta igienica”. Con le Gem che tentano di sedersi in braccio a me e che se riescono ad arrivare alla carta igienica ne fanno coriandoli e stelle filanti.
  5. Gli aperitivi del sabato sera. Non è che non si facciano più, intendiamoci. Si fanno comunque. Magari a ritmi meno cadenzati, ma si fanno. Il problema è che ti servono quattro paia d’occhi in aggiunta ai tuoi, soprattutto se hai dei gemelli. Ordini da bere, ti portano degli stuzzichini, ti siedi. E fin qui, i primi 10 minuti passano tranquilli. Sono le ore successive che ti sfiancano. Perché mentre una delle Gem si infila sotto i tavoli, va a sbattere contro una porta di vetro che non ha visto, smonta la vetrina del locale, l’altra come una perfetta padrona di casa, sfreccia dietro il bancone e tenta di raggiungere bottiglie, bicchieri, coltelli. Con la povera cameriera che, vassoio stracolmo alla mano, tenta di mantenere un dignitoso equilibrio e di recapitare l’ordine al tavolo a fianco al nostro senza far volare tutto per aria. Inutili le minacce, gli scappellotti sul sedere, le urla e gli strepiti.
  6. Il tour delle vetrine. Se prima potevo sostare davanti ad una vetrina ispezionandone ogni anfratto, ora il passaggio è veloce e pari al lancio dello Sputnik. Se ti fermi troppo (che sia davanti ad un negozio o a chiacchierare con qualcuno, se è per quello), sei finita. Perduta. Lo shopping non è più un piacere, ma un dovere. Entri in un negozio solo, e dico solo, se hai reale necessità. Tipo se le mutande hanno assunto la forma di copripubenda sfilacciati o se la tua maglia preferita, quella che tenevi con tanta cura, ora pare un quadro d’arte moderna, tra buchi e slabbramenti. E di portala ancora non hai più il coraggio. Perché va bene essere una mamma giovane e grunge, ma così si esagera.
  7. La colazione della domenica mattina al bar. Sì, la puoi ancora fare, ma tieni conto che ti ritrovi a dover mangiare di corsa il tuo croissant preferito mentre spezzetti quello vuoto per loro. Che ingurgitano alla velocità della luce e, tra una masticata e l’altra, ti apostrofano con un “ancora”, “ancora”, “ancora”. Figlie mie, siete senza fondo! E senza pazienza. Ma soprattutto, impari a tracannare il tuo cappuccino rovente senza battere ciglio e mentre il liquido incandescente scende lungo l’esofago urlante, sei pure in grado di mantenere un aplomb da lord inglesi. Anzi, susciteresti senza alcun dubbio il loro plauso e la loro ammirazione.

Eh sì, care amiche, questo è il passaggio da persona bon-ton a mamma. Un passaggio graduale, inevitabile, che si concluderà solo quando le Gem entreranno nei ranghi delle bimbe educate per bene. E soprattutto impareranno a stare al loro posto.

Con calma, ci stiamo lavorando!

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