Prima di tutto, cos’è l’ADHD? Tenterò di spiegarlo molto semplicemente, perché in termini diversi farei fatica anche io. L’ADHD, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Comporta difficoltà di attenzione, concentrazione, controllo degli impulsi e del livello di attività. In sostanza, un bambino che soffre di ADHD non è in grado di auto regolamentare il proprio comportamento in luoghi e situazioni in cui è richiesto di raggiungere degli obiettivi (come a scuola, per esempio). Ovviamente, la spiegazione potrebbe essere molto più completa e complessa, se affidata ad un medico. Cosa che io non sono.
Abbiamo intervistato un’esperta, la Professoressa Ricercatrice Senior Libby Roughead, che lavora presso il Sansom Institue for Health Research ad Adelaide, in Australia, affinchè ci chiarisse i dati di una ricerca pubblicata recentemente con focus l’ADHD.
Questa nuova ricerca, pubblicata dalla University of South Australia, ha scoperto che il farmaco comunemente utilizzato per trattare l’ADHD può far crescere il rischio di battito cardiaco irregolare nei bambini. I ricercatori australiani hanno scoperto che alcuni bambini a cui è stato prescritto il metilfenidato cloridrato (comunemente conosciuto come Ritalin), erano a rischio piuttosto alto di sviluppare l’aritmia. Lo studio è stato condotto con l’aiuto del South Korea National Health Insurance Database in cui oltre 100.000 bambini affetti da ADHD di età compresa tra i 17 in giù, sono stati oggetto di studio.
Oltre 1000 scompensi cardiaci sono stati registrati durante il periodo di studio, che ha avuto luogo dal 2008 al 2011.
La ricercatrice Libby Roughead, che opera presso il Sansom Institute for Health Research distaccamento della University of South Australia, ha comunque affermato che i rischi sono relativamente contenuti, seppur ci siano.
“Abbiamo osservato gli avvenimenti avversi più comuni che si scatenano nei bambini dopo che hanno cominciato ad utilizzare il medicinale, confrontando il prima e il dopo”, ha detto Libby.
“Ciò che è emerso è che si manifesta un incremento del rischio di aritmia, così come un inusuale ritmo cardiaco e ciò è tanto più manifesto nei bambini che sono già affetti da malattie cardiovascolari o che sono curati con altre medicine che possono colpire il cuore”.
“Ciò che i genitori dovrebbero sapere è che dovrebbero tenere monitorate alcuni semplici elementi come la pressione e il ritmo cardiaco, prima di dare il farmaco e dopo averlo somministrato. Se notassero delle problematiche, dovrebbero immediatamente parlare con il loro medico curante”.
Casi di aritmia si sono statisticamente verificati di più nei primi due mesi dell’assunzione del farmaco rispetto ai periodi di non utilizzo, e il rischio era maggiore nei primi tre giorni di utilizzo.
I bambini che soffrono di ADHD dimostrano di avere scarso controllo sui loro impulsi e possono avere problemi di attenzione.
Il metilfenidato cloridrato è uno dei medicinali più comuni per il trattamento dell’ADHD e viene commercializzato da marchi quali Metadate, Concerta, Daytrana e Ritalin.
Sono degli stimolanti e lavorano per bloccare la ricaptazione della norepinefrina e della dopamina nei neuroni, per migliorare la concentrazione diminuendo, allo stesso tempo, la stanchezza. Stimolanti come i metilfenidati sono spesso la prima opzione scelta per trattare l’ADHD.
La Professoressa Roughead ha affermato che lo studio è stato puramente basato sull’osservazione e andrebbe interpretato con cautela.
“Con l’aumento globale dell’uso di farmaci per l’ADHD, i benefici del metilfenidato dovrebbero essere attentamente pesati rispetto ai potenziali rischi cardiovascolari che questi farmaci possono creare nei bambini e negli adolescenti”, ha chiosato.
“Secondo il mio parere, lo studio vuole sottolineare come sia necessario considerare la gravità dei sintomi dell’ADHD e l’opzione di usare trattamenti non-stimolanti per i bambini che sono ad alto rischio cardiovascolare”.