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Io, moderna “ragazza di campagna”, ceno e penso a te

Caro papà, sì, penso a te. A tutte le volte che per lavoro viaggiavi da nord a sud, da est a ovest, sempre da solo. Tu e la tua grande passione per la chimica. Quante cene hai fatto da solo, tu e il giornale a farti compagnia? Quanti hotel hai visitato durante la tua carriera lavorativa? Anche a me è capitato, sai? Questa sera, per esempio, sono a Mestre per lavoro. Dopo la presentazione, ho fame e allora mi cerco un posto dove mangiare qualcosa di veloce. Ché sono da sola e di farmi fissare per ore da coppiette sbaciucchianti o da gruppi di amici, non ho voglia. Trovo una simpatica (ed economica) soluzione in un localino nei pressi dell’hotel. Servono paninetti, baccalà fritto in piccole porzioni, pesce fritto. E l’immancabile cicchetto. Che qui significa un bicchiere di vino. Ordino un po’ di tutto e me lo porto al tavolo sotto l’ombrellone all’esterno. Poca gente fuori (piove), in disparte, così posso guardare e, all’occorrenza, non essere notata. Non che mi importi che mi vedano da sola: loro guardano me, io guardo loro. Ma preferisco fare presto.

Per cosa poi? Per rientrare nella mia lussuosissima camera d’hotel! Chissà se a te è mai capitato papà, di dormire in una camera come la mia!? Oggi per la prima volta ho capito cosa deve aver provato Renato Pozzetto ne Il Ragazzo di Campagna quando si trova schiacciato tra quattro pareti soffocanti di quel monolocale affittato in fretta e furia. E per uno sproposito, poi! La mia camera singola sarà all’incirca due metri per tre. A essere ottimisti. Ma non è solo la dimensione che mi lascia sconcertata. No. Fosse solo per quella, potrei anche passarci sopra. E’ la zona bagno che mi ha fatto ridere di gusto (giusto perché non soffro di claustrofobia!). Di fianco al letto, un gabbiotto di un metro per 50 cm, così composto: lavandino, water, bidè e doccia, uno dopo l’altro, con la doccia separata dal bidè da una tenda. In un angolo, un sedile reclinabile all’occorrenza per sedercisi sopra. Nel caso guardando meglio lo spazio esiguo di quello che chiamano bagno potesse capitare di sentirsi male. Al centro del pavimento, tra il muro e il bidè, lo scolo per l’acqua. Ma attenzione, che se per caso fai acqua ne fai andare troppa, rimani imprigionato in un’inondazione!

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Sedile reclinabile, TAAC
Sedile reclinabile TAAC, tavolo ribaltabile TAAC, tenda doccia estraibile TAAC. C’è  tutto in fin dei conti, perché lamentarsi? Oltre tutto, vista la vicinanza del water al lavandino e al bidè, se per caso dovesse mancare improvvisamente la carta igienica (cosa che penso accadrà senz’altro, perché il rotolo non è nemmeno nuovo), non dovrò fare nemmeno la fatica di correre da una parte all’altra a lavarmi. Ho tutto a portata di mano! E nel caso sia presa dallo sconforto, questa notte, posso sempre appoggiare la testa sul bordo del lavandino, a mò di consolazione. E’ tutto lì, a mia disposizione! Insomma, l’efficienza fatta camera. In due metri per tre. Cosa voglio di più?

Un Lucano no, grazie. Mi basta pensare che domani sera tutto questo sarà solo un ricordo. Simpatico quanto vuoi, ma pur sempre un ricordo. Che mi aiuterà anche ad evitare la prenotazione di una singola secca, la prossima volta. Sì, mi sa che opterò per una doppia ad uso singolo. Hai visto mai che lo scarico della doccia si intasa e questa notte mi sveglio in mezzo alle papere….

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Tutto a portata di mano, TAAC

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Gabbiotto-stanza dello sconforto, TAAC

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