Inutile dire “Non ci appartiene”. Ancor meno utile dire “Teniamo le distanze”. Di certo io non mi schiererò mai più a favore di alcuno senza aver prima fatto mille e una verifica. Forse anche di più. E aver ben ponderato le circostanze. Perché i gentili bastardi ignoranti di Charlie Hebdo, a questo punto, forse se la sono cercata.
Non giustifico né mai giustificherò un attentato terroristico. Non discolperò mai alcun assassino. Tuttavia, la prossima volta che kamikaze o similare entrerà nella redazione di un “giornale” satirico (e in questo caso chiamarlo giornale è un insulto pesante ai colleghi di categoria) e faranno una strage, me ne dispiacerò, ma non mi autonomineró più #JesuisCharlie o #Jesuisvattelapesca.
Il perché è evidente a tutti. L’infelice, schifosa, vergognosa vignetta pubblicata sul giornaletto francese è un insulto. Una meschina mancanza di umanità. Una volgare espressione di scarsissima intelligenza. Una merda, insomma.
E no, caro Monsieur Pennac, non è nemmeno un diritto alle tanto professate libertà di espressione e stampa. Una libertà del genere, Monsieur Pennac, non va difesa. Va condannata. Va punita. Va sanzionata. Non si preoccupi, Monsieur Pennac, non imbraccerò un kalashnikov. Non ripulirò il mondo da gente così indegna. No. Non è compito mio.
Quel che è certo è che non acquisterò mai più un suo libro, caro Monsieur Pennac. Né la elogerò o citerò tra i miei scrittori preferiti. Non plus. Vendere morte e distruzione è ciò che fanno i suoi amici di Charlie Hebdo. Scherzano su bambini uccisi dalle macerie. Ridono di anziani dilaniati da quintali di calcinacci. Celiano. Su vite, sogni, amori, famiglie spezzate.
Forse noi italiani saremo anche solo pizza, pasta, mandolino e lasagne. (Se voi francesi aveste un minimo di cervello, nemmeno lo pensereste). Voi, invece, siete merde. E dovreste vergognarvi. E chiedervi, tra le due cose, cos’è meglio.
che pena…… e noi a scrivere Je suis Charlie….disperati per quello che gli era accaduto. Siamo più grandi noi. Più veri.
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