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Dicotomia delle parti, volume 1

La differenza di genere è un assioma. Assodato e tanto più evidente nella quotidianità. Per meglio farvi comprendere il concetto, vi riporterò qui alcuni esempi, certa che ognuna/o di voi ci si ritroverà più o meno nella totalità. E, signori maschietti, siete pregati di prendere questo articolo con le dovute cautele del caso. E’ pur sempre una donna che scrive e che pone nero su bianco il proprio pensiero. Che non è mai come il vostro, tranne rarissime eccezioni.

Le bambine piangono disperate.

vignette-uomo-donnaModus operandi femminile: Oddio, c’è qualcosa che non va? Le portiamo al pronto soccorso? Misuriamo la febbre? Forse non hanno digerito. Che facciamo? E via di abbracci, baci consolatori, tentativi di distrarre, elaborazione di giochi ingegneristico-aerospaziali.

Modus operandi maschile: bé? che c’è? non capisco cosa vogliano. Secondo me frignano e basta. Non c’è una lavatrice da far partire? Sì, penso proprio che sia il caso di prepararne una. Io scendo. Flash, vieni!

Le bambine vanno cambiate.

Modus operandi femminile: allora, domani mattina è previsto freddo. Prendiamo questa tuta pesante e mettiamo già da parte, pronti, i giacconi super-imbottiti marca Pinguino non ti temo. Ah, e poi le calze a triplo strato, i body in felpa, un golfino da mettere sopra la tuta. Sì, forse cammineranno stile Robocop, ma pazienza. Meglio tenerle calde ma impacciate, piuttosto che infreddolite e con la gocciolina al naso. Preludio di un raffreddore per due.

Modus operandi maschile: (con una premessa, la mamma ha già preparato la roba per vestire le Gem la sera prima ma, incauta, anziché appoggiarla di fianco al fasciatoio sul lato destro, è stata così stolta da metterla a sinistra). Ecco, lo sapevo, sono già di corsa, devo fare tutto io, manco la roba pronta c’è! Ora mi sente! Squillo di telefono, al quale la mamma risponde prontamente a mezzo secondo dal trillo infernale “Ciao, dov’è la roba da vestire delle bambine? Lo sai che al mattino sono di corsa!” “E’ alla tua sinistra…” “Ah, sì, e perché non l’hai messa a destra, come al solito?”. E la mamma intanto pensa “ma porca miseria, devi solo ruotare la testa di 180°, non è così complicato. Guardati in giro per Giove!“. “Va bè, pazienza, ciao e grazie, adesso le vesto”.

Se per caso la mamma, incauta e stolta doppiamente, ha poi dimenticato la sera prima di mettere sul mucchio di abiti anche le calze, le calze antiscivolo e le ciabattine, riecco il trillo del telefono. “E le calze dove sono?????” “Perché, non sono in mezzo ai vestiti?” “No, non ci sono!!!!” “Bé, allora sono nel cassetto, prendile lì”. “QUALE CASSETTO?????” E a quel punto, la mamma non può esimersi dal rispondere “Prova nel secondo cassetto in cucina, sotto quello delle posate. Saranno lì di sicuro”. E, cosa strana ma vera, l’uomo non coglie l’ironia del caso e va davvero a guardare in cucina. Salvo poi richiamarti, per la terza volta di fila.

Le bambine non mangiano.

Modus operandi femminile: tesori, cosa c’è? Perché non mangiate? Pucci picci coccoccò….dai, mangiate la carnina. Dai, prendete un pò di verdura. Non vi va? Ma questa è la carne di Masha! Attenzione che arriva Orso e ve la mangia tutta! Non vi va? Guardate un pò che bell’aereo carico di carne e verdura che arriva dal cielo. Uooooommmmm, eccolo che arriva, forza, aprite i forni giganti e fate posto all’aereo che deve entrare. Ragazze, vi prego, mangiate….

Modus operandi maschile: dai, Ludovica, apri la bocca! Forza Veronica, mangia! Che c’è? Non vi va? Pazienza, state senza, mangerete un’altra volta. Echecavolo, non ho mica tutto ‘sto tempo per stare dietro a voi. Se non volete mangiare, affari vostri.

E qui, concludo la prima rassegna del “come vengono affrontati i problemi in famiglia, papà vs. mamme”. Alla prossima puntata! E che Dio assista le bambine quando sono (solo) nelle mani del padre….

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