Affrontiamo oggi altre situazioni del vivere comune con cui uomini e donne si interfacciano in modo diametralmente opposto.
La spesa al supermercato.
Donna: stila una lista completa e accurata, segnando anche cose che in realtà in casa ci sono, ma non si sa mai, magari potrebbero finire improvvisamente. Tipo la carta igienica, che se arriva nelle mani delle Gem viene srotolata in un batter di ciglia, stile cane della Scottex. E capirete bene che la carta che ha toccato terra non viene riutilizzata. Spesso la lista viene lasciata a casa, ma la donna ha la capacità di ricordare sgarbi subiti nel secolo precedente, figurarsi dunque una qualsiasi listuccia della spesa. Entra nel supermercato a passo di marcia, il carrello spinto come se fosse il suo fido destriero, acchiappa roba a destra e a sinistra e, nel minor tempo possibile, è già alla cassa, pronta a pagare e ad andarsene.
Uomo: ti ricorda nei momenti meno opportuni quello che manca. Quando gli fai notare che c’è un foglio di carta appositamente utilizzato allo scopo, finge di non sentire. E allora prendi nota tu. Puntualmente, come per la donna, si dimentica di portare la lista con sé, ma anziché far affidamento sulla sua (scarsissima) memoria, ti chiama. Non una, ma due, tre, quattro volte. Per sapere cosa c’era da prendere. E s’infuria pure se tu, che sei al lavoro, non puoi essere scattante e veloce come vorrebbe lui nel ricordargli ciò che manca.
La macchina.
Donna: la macchina per lei è un prolungamento della sua casa. Ci puoi trovare riviste, trucchi, centinaia di ombrelli (che se poi piove e sei in giro come fai?), scontrini degli ultimi acquisti, giochi dei bimbi, scarpe di ricambio, almeno due segna-orario, nel caso in cui si parcheggi in area a tempo limitato. Gli specchietti laterali vengono utilizzati solo in caso di estrema necessità, per il resto, sono considerati degli accessori carini della macchina, cui prestare scarsa attenzione. La donna usa, nella maggior parte dei casi, lo specchio centrale. E’ la sua guida, il suo punto di riferimento, la sua forza. Ma soprattutto, la macchina della donna ha un nome. Sempre.
Uomo: qui il discorso cambia. L’auto è sì un prolungamento, ma di qualcos’altro. Quando l’uomo si affianca a qualcuno che ha una macchina simile alla sua, valuta quanto la propria sia più grande, potente, scattante e prestante di quella dell’altro. E, se per disgrazia vi trovate in macchina col vostro compagno, fermo al semaforo di fianco ad un’altra coppia, potrete notare gli sguardi di sfida che si lanciano, piede sull’acceleratore, rombi di tuono, sorrisetti di sfida. Pronti a far sgommare le ruote per essere i primi a partire. E lasciare l’altro nella polvere. La macchina dell’uomo è (spesso) così pulita che pare una sala operatoria pronta per un intervento: alette parasole o tutte su o tutte giù, braccioli rigorosamente in posizione, appoggiatesta perfettamente allineati. La macchina dell’uomo viene lavata in media 3 volte al mese e aspirata altrettanto. La mia macchina, quando vede il lavaggio auto piange di gioia.
Lo shopping per le bambine.
Donna: la mamma sa, ancor prima di entrare in un negozio, cosa vuole comprare per i propri figli. Sa cosa serve, cosa manca, cosa è diventato irrimediabilmente stretto. Per questa attività non serve la lista, la mamma ha tutto ben stampato in mente. Entra nel negozio con fare generalesco, tocca i tessuti, scruta i colori, chiede alle commesse le percentuali esatte di cotone/elastan/lana/acrilico. Percentuali che devono essere bilanciate al grammo, altrimenti non se ne fa niente. E, mentre è nel negozio, siccome la lista ce l’ha in mente, ma la fantasia può essere solleticata, acquista anche accessori che non erano propriamente programmati, tipo cappellini, sciarpe, guanti, calze… Inutile dire che, quando la mamma esce dal negozio, la commessa è felice. Per due motivi: per i soldi incassati in meno di mezz’ora e per essersi liberata dell’inquisizione.
Uomo: è impacciato, sfila tra i banconi come se si trovasse nel reparto di ostetricia e ginecologia e dovesse far partorire lui le donne ricoverate. Suda, incespica, balbetta. Per lui un paio di jeans e un vestito di lana sono la stessa cosa. La loro funzionalità è comunque vestire. Di solito, acchiappa la prima roba che gli capita tra le mani, sbagliando taglia e colore, e corre a pagare. Così da poter uscire all’aria aperta il più in fretta possibile.
Che dire, siamo diversi e, forse proprio per questo, ci compensiamo. Ma la nostra capacità, tutta femminile, di essere flessibili, quella loro proprio non ce l’hanno.