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Ciao ciao ciuccio

Prima è stata un tragedia per farglielo tenere: lo sputacchiavano, piangevano, non lo volevano proprio. Poi la storia è cambiata: il ciuccio è diventato il loro primo, unico, vero amore. La sfida è ora, quindi, quella di riuscire a toglierlo. Le possibilità che questo avvenga senza traumi sono praticamente pari a zero. Sopravvivere alla rimozione forzata del ciuccio certamente è possibile, ma non senza alcuni momenti di totale, profondo scoramento. Soprattutto se a urlare non c’è solo un’ugola d’oro, ma due….

5.1Mai da sola

L’impresa la sto compiendo perché c’è qui mia mamma. Senza l’aiuto di qualcuno, infatti, credo che potrei lasciare che le Gem vadano avanti coll’amico gommoso fino ai 18 anni….

Non è questione di non credere nella mia forza genitoriale. E’ che i precedenti esperimenti (quasi arrivati al completo successo), sono stati vanificati dalla forza persuasiva che le due piccole iene hanno esercitato sull’anello debole della catena: il padre. Le ragazze sono furbe come faine. Sanno esattamente chi cede per primo, pur di non sentirne le urla.

Cosa dice il pediatra (e i suggerimenti del medico in famiglia)

Il ciuccio deve essere tolto il prima possibile, mai dopo i due anni d’età…

Ok, sono/siamo abbondantemente fuori. Le Gem compiranno tre anni il prossimo maggio. Anche se il ciuccio non lo usano più durante il giorno, al momento della nanna lo pretendono. Incubi come malformazione del palato, dentatura da cavallo, deformazione della bocca mi si palesano a flash ogni qual volta le vedo con i ciucci in bocca. Secondo la pediatra, dopo una certa età continuare ad usare il ciuccio causa deformazioni che non possono più essere sistemate. Alle tremende sciagure prospettate da lei, si aggiungono gli anatemi del cugino medico. Che ogni volta che le vede con l’amico di gomma in bocca scuote la testa, proferisce mezzi verbi biascicati e annuncia orrore e vergogna.

Quali sono i reali pericoli dell’uso del ciuccio dopo i due anni

Terrorizzata da quanto prospettato sopra, ho fatto delle ricerche su siti di divulgazione scientifica. In sintesi, mentre non ci sono problemi fisici se si usa il ciuccio fino ai due anni, le tragedie si moltiplicherebbero esponenzialmente se, per esempio, a quattro anni e oltre le bimbe lo usassero ancora. L’uso del succhiotto causa, prove mediche alla mano, retrusione mandibolare, morso aperto o morso incrociato. Problematiche che interessano la masticazione, la parlata e l’aspetto. E per le quali l’unica soluzione è quella di affidarsi a cure dentistiche, che non è detto che sistemino nel migliore dei modi la bocca.

Quando levarlo del tutto (e amen)

La decisione di toglierlo alle Gem (miracolo tra i miracoli) è stata presa d’impulso proprio da Andrea che, stremato dagli strilli e dalle litigate continue provocate dalla contesa dello stesso ciuccio bramato da entrambe, prima di fuggire dalla gabbia di matti ha sentenziato “Basta! Togliamoglielo!”. Plurale maiestatis rivolto a mia mamma che, ahimè per lei, in questi giorni è ospite fissa da noi. E che non aspettava altro che avere il via libera per occuparsene.

Se ci fosse mia zia Gianna, la storia si sarebbe chiusa già da tempo. Lei, ai miei cugini, l’ha tolto in un giorno. A niente sono valse le urla turche. A nulla gli sguardi assassini dei vicini in vacanza (evidentemente disturbati dagli ululati notturni protrattisi per almeno due notti consecutive). Il ciuccio andava tolto. E basta.

Se provi a documentarti su internet, i consigli che vanno per la maggiore sono quelli che mettono in piedi un programma di combattimento di tre giorni. Un approccio graduale che, probabilmente, funziona. Io l’ho provato ben prima di cercare sul web. Andava tutto alla grande finché non sono tornata al lavoro e la mia impalcatura faticosamente costruita è stata spazzata via da chi è rimasto a casa con le Gem (marito, soprattutto, ma anche mia mamma…). Mia suocera, invece, mi ripete sempre che “sono ancora piccole. Io a sei anni lo usavo ancora”…

Perciò, questa volta, altro che approccio graduale. Adesso abbiamo messo in atto la “strategia della bufera”. Ovvero, il ciuccio viene tolto. Punto e basta. Alla richiesta continua, la risposta è “papà li ha buttati via”. Frase che, da ieri, è diventata il loro mantra.

Questa notte è andata abbastanza bene. Forse perché io, ad un certo punto, sono fuggita sul divano per non rischiare di perdermi la sveglia dispersa chissà dove in salotto. Per mia mamma è andata in modo altrettanto soddisfacente. Per mio marito, riassumendo, è stata una “notte di merda”. Credo che nel dare questo giudizio abbia tenuto conto oltre che dei singhiozzi ritmici della Gem di turno, anche del mio poderoso russare. Credo.

Qualsiasi metodo si scelga, la tempesta dovrebbe durare dalle tre alle cinque notti.

Meno una, vediamo come andranno le altre.

 

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