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Caro Santa Claus, ti scrivo

bigstock-Santa-Claus-dressed-in-his-hom-77403947Come ogni anno, puntuale, si rinnova il mio appuntamento con la tradizionale letterina all’uomo coi baffi bianchi. Che poi, a ben pensarci, tanto normale non è. Vive sperduto in mezzo alla neve con l’unica compagnia di renne e gnomi. Di sua moglie non c’è praticamente mai traccia (ma pare che ce l’abbia). Lavora praticamente solo due mesi l’anno. Facciamo 3 dai, tanto per essere larghi di maniche. Io qualche domanda me la farei, soprattutto sulla moglie. Passino renne e gnomi, ma la moglie che non c’è proprio mi dà da pensare.

Comunque, indagini poliziesche a parte, anche quest’anno caro Santa Claus (Babbo Natale per noi italiani), ti scrivo. Con la mia lettera medio lunga, medio pretenziosa. Vediamo se, anche quest’anno, sorgeranno fraintendimenti e se qualche coda di paglia prenderà fuoco. Estintori a portata di mano, mi raccomando!

Carissimo vecchino, sì, lo devo ammettere, sono un’inguaribile romantica. Continuo a credere che tu esista, anche se è dalla veneranda età di 10 anni che mi hanno tolto qualsiasi dubbio in merito. Ma il credere nella tua esistenza va di pari passo con la mia fede (e quindi il mio credere) in Dio e, a corollario di ciò, con la mia fede (e quindi il mio credere) nel Santo Battesimo. Dunque nell’acqua del Giordano. Eh sì, caro Santa Klaus, ci credo. Credo in te. Qualcuno chiami la Neuro per favore! 🙂

La mia lettera potrebbe cominciare proprio con il chiederti di farmi tornare, prima o poi, in Israele. Sì, perché oltre a trovarla una terra meravigliosa e magica, è lì che si trova una delle due sponde del Giordano. Sai com’è, l’ultima volta che ci sono stata non ho fatto in tempo a comprarne una tanica. Vorrei quindi rimediare. Che dici, si può fare?

Altra cosa che ti chiedo, caro Babbo Natale, è di ridarmi il lavoro che tanto mi manca e che tanto mi ha appassionata e continua ad appassionarmi. Nonostante tutto. Ridammi l’emozione di sviluppare progetti, di viaggiare per il mondo, di comunicare bellezza e novità.

Infine, perché quest’anno non voglio essere troppo esosa, ché ci sono altre persone che sicuramente avranno cose da chiederti, vorrei che preservassi il fanciullino che c’è in me. Con tutte le mie credenze, stupide o presunte tali. Perché, caro Santa Claus, di scoraggiati, non-credenti e disillusi ce ne sono già fin troppi nel mondo, ahimè. Per loro chiedo che possano farsi quattro risate ben fatte, magari proprio al mio indirizzo.

Io preferisco andare avanti così.

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