Avevo già avuto il dubbio che fosse così quando vidi per la prima volta Bambi. Pronti via il piccolo non fa in tempo ad arrivare al suo primo inverno che un cacciatore gli uccide la mamma. E a chi importa il lieto fine? Quando hai tre anni l’unica cosa che ti rimane in mente è che il povero cerbiattino una mamma non ce l’ha più.
Pensavo che fosse un episodio isolato, ma ovviamente non è stato così. Un’escalation di tragedie, morti, solitudine e bimbi orfani ovunque. Prendete il cartone TV “Lovely Sara“: una bambina che da ricca sfondata fa il percorso inverso a Cenerentola, diventando l’ultima delle derelitte. Sara, messa in collegio dal padre (e all’epoca già orfana di madre), perde anche l’unico genitore e viene obbligata a fare la sguattera. In un sunto veloce, questo è il suo destino. Prima di raggiungere l’happy ending va detto che la bambina ne passa di tutti i colori. Una dopo l’altra.
Non parliamo di Biancaneve, poi! Una bambina che incarna alla perfezione lo stereotipo della bella e un po’ scema che non solo mangia la mela avvelenata datale dalla matrigna (ma la storia di Adamo ed Eva a lei non ha insegnato proprio nulla??), ma per salvarsi deve anche attendere l’arrivo del Principe Azzurro. Non solo bella e scema, ma pure scarsamente emancipata.
Potrei proseguire all’infinito, ma chiudo con una considerazione su uno dei cartoni che ho imparato a conoscere, mio malgrado, negli ultimi anni: Masha e Orso. Qui non solo la bambina è orfana (o almeno credo, dei genitori non c’è mai traccia), ma vive da sola a poco più di cinque anni d’età nella taiga russa. Scorrazza liberamente per il bosco, combina guai a non finire, non si sa di cosa si cibi tranne quando mangia a casa di Orso. Per di più è una autentica peste bubbonica e, cosa ancora più negativa, tiranneggia continuamente il povero Orso. Questo cartone animato non solo è poco educativo, ma insegna anche ai bambini a maltrattare gli animali. Salvo rarissime eccezioni in cui Masha sembra avere a cuore il povero Orso, per il resto gliene fa vedere di tutti i colori. Così come a tutti gli altri animali della fattoria.
Ma i cartoni dove tutti vivono felici e contenti (e soprattutto educati), che fine hanno fatto?
Mi trovi completamente d accordo, non ricordo chi aveva pubblicato uno studio sui vari significati e doppi sensi dei cartoni animati….se mi viene in mente te lo dirò…..secondo me non sono mai esistiti i cartoni di tutti felici e contenti ahahahahah bel post!
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Grazie mille. Non sapevo di questo studio, ma certamente non potevo aspettarmi di avere scoperto l’acqua calda 🙂 di sicuro c’è che, così come ne sono rimasta traumatizzata io, anche per altri bambini può essere stato lo stesso…Grazie mille e fammi sapere quando trovi quello studio. A me, per esempio, viene in mente Lamù…lasciamo stare però. Quando lo pseudo-porno sconfina nei programmi per bambini….
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Ho evitato di fare vedere ai miei figli tutti quei cartoni vecchi di Disney. Traumatizzano persino me con tutti quei cattivi assassini e deve sempre morire qualcuno che cavolo.
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Eh già… spaventosi… 😢
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