8 marzo, ci risiamo. Oggi voglio fare gli auguri a tutte le Donne. Vere e concrete.
Non domani. Oggi. E dopodomani e i giorni seguenti.
Auguri a quelle Donne che escono con le amiche, a cena, tutto l’anno. E che non aspettano l’8 marzo per farlo.
Auguri a quelle Donne che ricevono fiori (o se li comprano), mimose o meno, a prescindere da una festa comandata.
Auguri a quelle Donne che sono e si sentono belle a prescindere dal trucco, dall’acconciatura e dell’immagine imposta da altri.
Auguri a quelle Donne che si arrabattano tra carriera, figli, casa, marito, amici, famigliari, spese. Sempre col sorriso, o quasi. E che, pur lamentandosi, sanno che senza di loro il ménage familiare non procederebbe di un millimetro.
Auguri a tutte le Donne che si rimboccano le maniche e vanno avanti. Stanche dentro, ma a testa alta. Sempre e comunque.
Auguri a tutte le Donne che festeggiano il 7, il 9, il 10 marzo e i giorni a seguire. Perché lo possono fare e non perché sono legate a cliché vecchi e commerciali.
Auguri a quelle Donne che, umiliate, battute, derise, psicologicamente distrutte, hanno avuto il coraggio di mollare mariti, compagni, aguzzini. E lo hanno fatto a prescindere dall’8 marzo. Lo hanno fatto perché sono Donne vere e non hanno bisogno di una festa per rialzarsi.
Auguri a quelle Donne che, ogni giorno, dimostrano quanto l’avere un cervello sia molto più importante e utile che “avere le palle”.
Auguri alle Donne della mia famiglia: alla mia prozia Magna, una comandante e una combattente vera. A mia mamma, che mi ha educata, gestita e sostenuta anche se al suo fianco non aveva più mio papà. Auguri anche e soprattutto alle mie Gem, che spero diventeranno Donne con la D maiuscola, indipendenti, forti, intelligenti e combattive. Quanto basta per non affogare in questo mare di donnette e omuncoli.
E che saranno speciali tutti i giorni dell’anno e della loro vita. A prescindere dall’8 marzo.