Cibo per la mente, Focus sui bimbi, noi donne e mamme

Il libro della settimana: Comprendere i bambini

Ho cominciato a leggere questo libro troppo tardi. In realtà, non dovrebbe esistere un momento giusto o uno sbagliato per dedicarsi alla scoperta di un volume. Questo, però, avrei sicuramente dovuto leggerlo prima.

Per alcuni, semplici motivi.

Come dice il titolo, il volume si pone lo scopo di aiutare i genitori (ma i “futuri” genitori, non quelli già con prole al seguito) a capire, al meglio delle loro possibilità, l’universo dei bambini. Così da seguire alcune indicazioni su come favorirne lo sviluppo e instradare l’educazione nel modo corretto, nei primi 3 anni di vita.

Capirete dunque che io, con due gemelle di 5 anni (quasi 6), sono oltremodo fuori tempo massimo. Secondo l’autrice, la Dott.ssa Silvana Quattrocchi Montanaro, i genitori sono “i primi e più importanti educatori degli esseri umani“. Secondo quanto sostenuto nel volume, dunque, noi genitori abbiamo il potere di tirare fuori dai nostri figli il loro immenso potenziale. Ma allo stesso tempo, possiamo anche deviarlo o insabbiarlo per sempre.

Inutile quindi dirvi che, con orrore, dopo aver letto il libro ho pensato “io, allora, con le miei figlie ho fatto un vero e proprio disastro. E niente al mondo mi permetterà di rimediare ai miei errori”. Un pensiero non proprio consolante, soprattutto in questi tempi di clausura forzata, in cui la minima cosa che esce dal tracciato diventa una tragedia.

Per farvi meglio comprendere, vi riassumo qui (molto brevemente), ciò che rende di me, almeno secondo quanto proposto nel volume, una mamma che non ha saputo fare al meglio ciò che avrebbe dovuto fare.

Non sono qui per cercare e proporre scusanti, non è nel mio stile. Certo è che il libro, che pure vuole essere uno strumento utile per tutti, a livello universale, non tiene in alcun conto la possibilità che i bambini nascano prematuri. E che, quindi, non sia volontà della madre di non tenerli tra le sue braccia, quanto sia piuttosto una richiesta specifica che arriva dal personale sanitario. Oltre che una necessità legata al bisogno del bambino (o delle gemelle, come nel mio caso), di restare al sicuro all’interno dell’incubatrice.

Io, da mamma di premature, non ho potuto dunque proseguire nel mio percorso di gravidanza esterna, così come evidenziato nel libro Comprendere i bambini. Quel percorso durante il quale, citando Maria Montessori e l’autrice del libro (pagina 32), “il bambino deve restare il più possibile con la madre …. e queste due persone si devono considerare come due organi di uno stesso corpo”, per me è stato un fuoco fatuo. Io non ho potuto prenderle in braccio. Non ho potuto stare il più possibile con loro. Io dormivo addirittura due piani sotto quello in cui si trovavano le mie figlie.

Secondo il libro, questo periodo di “simbiosi” favorisce lo sviluppo armonioso del bambino, perché tutti i suoi bisogni sono stati soddisfatti. Cosa significa dunque, per una come me? Che le mie figlie non si sono sviluppate in maniera armoniosa? Che non ho saputo, pur con tutte le difficoltà, soddisfare le loro esigenze primarie?

Stesso discorso si può fare, almeno per me, proseguendo nella lettura del volume. Visto che il terzo capitolo, intitolato “La vita simbiotica delle prime 6-8 settimane“, prosegue nell’affermare che questo lasso temporale è di fondamentale importanza per lo sviluppo corretto del bambino. E’ fondamentale “vivere la vita insieme” (pagina 40), perché “la madre, con la sua continua presenza, offre la necessaria rassicurazione che ciò che è uscito dal suo corpo non è perduto…” (stessa pagina).

Tra le cose da fare assolutamente, l’autrice menziona “holding” (ovvero tenere il neonato tra le braccia), “handling” (cioè toccare il bimbo con le mani per lavarlo, vestirlo, ecc.) e dare il latte. Tutte cose che concorrono al successo della nascita psicologica del bimbo.

Avendo io dovuto partorire, con un cesareo di urgenza, alla settimana 31+1, le mie figlie sono nate di 7 mesi. Non ho potuto, quindi, per ovvie ragioni né tenerle in braccio, né lavarle (almeno nella prima parte della loro degenza in ospedale), né dar loro il latte (idem come prima). Quindi? Ciò significa che la nascita psicologica delle mie bambine non si è compiuta con successo? Quali le mancanze a livello psicologico? Quali i danni che, seppur involontariamente, ho causato?

Il libro prosegue poi con altre considerazioni relative all’importanza della presenza del padre, come figura di riferimento altra rispetto alla madre, la mente assorbente del cervello del bambino, la necessità di non costringere i bimbiin abiti troppo grandi per loro (che ne limitano i movimenti) né in lettini con sbarre, riduttori o similari, perché i bambini devono essere liberi di muoversi.

E qui l’autrice afferma con assoluta certezza che, se i bimbi vengono messi a dormire in spazi adatti a loro, senza sbarre né contenimenti, sono perfettamente in grado di non cadere, perché percepiscono il “vuoto”. I piccoli esseri umani dovrebbero poi avere la possibilità di muoversi in piena autonomia nell’ambiente in cui vivono, senza essere chiusi in aree recintate. Perché tutto ciò che li circonda è motivo di conoscenza e apprendimento.

Anche qui, ahimè, ho sbagliato tutto. Ecco perché, care mamme e cari papà, questo volume dovrebbe essere letto PRIMA di diventare genitori, NON dopo…

Si prosegue, poi, con indicazioni su come aiutare i piccolini ad essere autonomi (l’autrice afferma che i bambini possono essere in grado di vestirsi, preparare il tavolo e fare altre cose già all’età di 3 anni), favorirli nella loro esplorazione e successiva padronanza del linguaggio, e comprendere la fase definita “crisi dell’opposizione” (ma l’autrice definisce questo nome sbagliato), durante la quale i NO si moltiplicano.

Care mamme, cari papà, leggetelo. E poi fatemi sapere cosa ne pensate.

Indicazioni utili

Titolo: Comprendere i bambini

Pagine: 186 pagine (esclusa l’appendice fotografica)

Costo: € 15.00

Casa editrice: Di Renzo Editore

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