Cibo per la mente, Il Lato Giusto, noi donne e mamme

Il libro della settimana: Multitasking? No, grazie

Da perfetta tuttofare a felice imperfetta… Ma è davvero possibile? L’annosa questione nasce quasi nella notte dei tempi. Noi donne, e lo sappiamo bene (anzi, benissimo), ci vantiamo spesso e volentieri di essere in grado di fare più cose contemporaneamente. Salvo, poi, lamentarci della medesima capacità. Non tanto per quell’attitudine all’equilibrismo attivo che ci consente di pensare, fare, disfare, progettare mille attività e incombenze tutte insieme. Quanto piuttosto per i discorsi di confronto che sorgono, pressoché immediati, nei confronti degli uomini.

Alzi la mano chi, di noi, non ha pensato almeno una volta nella vita che gli uomini siano dotati di poche (scarissime) attitudini alla pluriprogrammazione contemporanea delle attività.

Che poi, a ben guardare, il nostro cavallo di battaglia del multitasking andrebbe piuttosto letto in chiave etimologica, dove multi sta per TANTI, MOLTEPLICI, e tasking (da task) ASSEGNARE UN COMPITO. Ciò dunque significa, molto semplicemente, che noi donne ci crogioliamo nella attitudine di saper(ci) assegnare tante, troppe incombenze. Siamo quindi delle wonderwoman noi, o sono semplicemente più furbi loro (gli uomini)?

L’autrice del libro, Chiara Cecutti

Siamo geneticamente meglio programmate noi (grazie ad una sorta di ereditarietà atavica indistruttibile e irrinunciabile), o forse in realtà genetica e DNA non c’entrano assolutamente nulla? Secondo quanto afferma l’autrice, Chiara Cecutti (coach counsellor e autrice di altri volumi parecchio impegnati e impegnativi), in realtà questa famigerata capacità al multitasking femminile è solo ed unicamente un fattore di derivazione culturale.

Un elemento, quello culturale, che arriva però da molto lontano ed è, purtroppo, profondamente radicato nel pensiero e nel (mal)costume comune. Ecco quindi che è “normale” che la donna mixi sapientemente impegni di lavoro, cucina, cura dei figli, pulizie in casa e tanto altro ancora, mentre l’uomo, a fronte del suo sbandierato “monotasking”, è quasi giustificato a fare un’unica cosa per volta.

Ciò che emerge dal libro, poi, è che più che di multitasking sia corretto parlare di task-switching, ovvero balzare da un compito all’altro con la stessa nonchalance con la quale i trapezisti si lanciano da un lato all’altro del circo, senza reti di protezione e sprezzanti del pericolo. Quel pericolo che, per noi donne, spesso significa fatica, stress, insoddisfazione, frustrazione per una realtà in cui ci muoviamo benissimo, ma che non significa sia la nostra dimensione reale.

O quanto meno, la dimensione che più ci soddisfa. Ed ecco dunque che il libro Multitasking? No, grazie fornisce ottimi spunti su come superare l’impasse, imparare a dire qualche NO di più, cambiare quel ménage familiare che ci porta a sovraccaricarci di lavoro anche quando, diciamocela tutta, non è davvero indispensabile.

Il segreto è, secondo l’autrice, imparare a guardare con attenzione dentro di sé, maturando quella consapevolezza necessaria che ci permetta così di ridimensionare i carichi di lavoro, imparare a stabilire quali sono le priorità, comprendere che delegare alcuni compiti è una scelta saggia (anche di sopravvivenza). E, cosa ancora più importante, Chiara Cecutti ci fa capire che essere imperfette, ma felici è senza dubbio meglio che arrancare nel multitasking da infelici.

Ah, quasi dimenticavo… compratelo e leggetelo anche perché la prefazione l’ho scritta io 🙂

Informazioni sul libro
Autrice: Chiara Cecutti
Casa editrice: Hoepli
Numero di pagine: 172
Costo: € 16,90

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