Non solo Duomo, Via Montenapoleone, la Galleria Vittorio Emanuele II, Piazza della Scala… Milano ha un sacco di posti insoliti da scoprire, affascinanti e ben nascosti.
Milano sa stupire. Persino io che ero scettica (da piemontese innamorata di Torino e della sua storia, anche misteriosa), ho dovuto ricredermi. Sì, perché esiste una Milano arcana e segreta che nasconde tesori e meraviglie. Basta saper guardare (e cercare): preziosi tesori possono trovarsi nascosti da un portone, all’interno di un palazzo gentilizio. Oppure nei pressi di monumenti famosi e acclamati. Qui una mini-guida a chicche ancora poco conosciute.
Villa Necchi Campiglio ospita la prima piscina privata di Milano

Siamo nei pressi di Porta Venezia (Quadrilatero del Silenzio), pieno centro di Milano. Qui, negli anni trenta, venne costruita una villa incredibilmente bella e affascinante: Villa Necchi Campiglio. In quegli anni la dimora era solita ospitare feste sontuose e accogliere il bel mondo milanese, ma fu la prima nella storia meneghina a disporre di una piscina privata all’interno del proprio giardino. Oggi la Villa, mix di Razionalismo e architettura moderna, è di proprietà del FAI che ne organizza visite guidate. Da non perdere i pregiati capolavori d’arte custoditi al suo interno, con opere di Sironi, Martini, De Chirico, Canaletto, Rosalba Carriera e Tiepolo.
Durante la visita, si può sostare al bistrot per una bevanda a bordo piscina, oltre ad ammirare tecnologie sorprendenti (per l’epoca in cui fu costruita) come citofoni interni, porte blindate scorrevoli e uno stupefacente sistema per il recupero e il riciclo dell’acqua della piscina. La villa si trova in Via Mozart 14 e l’ingresso costa 14 € per gli adulti. E’ consigliata la prenotazione. fondoambiente.it/luoghi/villa-necchi-campiglio
La Casa dell’Orecchio (Ca’ de l’Oreggia)

Uscendo da Villa Necchi Campiglio, vicino al portone del Palazzo Sola Busca (Via Serbelloni, numero 10), si può notare un enorme orecchio che sporge dal muro. E’ un citofono realizzato in bronzo dall’artista Adolfo Wildt, scultore, disegnatore e medaglista italiano, che operò negli anni ’30. L’utilizzo del bronzo per il citofono fu una vera e propria novità; infatti questo fu uno dei primi di Milano. Vista la particolare forma, dalla sua installazione la dimora prese il nome di “Ca’ de l’Oreggia”.
La Casa del Rabbino

Via Poerio 35, Porta Venezia. A questo indirizzo svetta un casa di mattoni rossi, finestrelle strette, un bel portoncino d’ingresso sormontato da un bovindo. La casa viene chiamata dai milanesi “l’olandese” per i tratti nordici simili alle dimore che si ammirano in Olanda. Tuttavia, questa casa è una delle 16 dimore 770 costruite tutte nello stesso identico modo, in diverse città del mondo, da parte della comunità ebraica ortodossa dei Lubavitcher. Quella che si trova a Milano è, inoltre, l’unica presente in Europa e svolge ancora oggi la funzione di sinagoga, oltre ad essere un punto di riferimento culturale. Vi vengono organizzati eventi, mostre e happening gastronomici kosher. Sebbene non sia visitabile al suo interno, è comunque una tappa interessante se si vuole scoprire una Milano insolita.
La vigna di Leonardo

Chi conosce Casa degli Atellani con la Vigna di Leonardo? Immagino pochi. In realtà, prima di documentarmi, anche io avevo idee e conoscenze nebulose su questa location. In Corso Magenta al civico 65 si trova un solo edificio rinascimentale. Ed è proprio nascosta dietro al portone di quell’edificio che si trova una splendida casa museo, impreziosita da un giardino. Non sapevo nemmeno, per altro, che questo luogo legasse indissolubilmente Leonardo da Vinci a Milano, per mezzo di una vigna. Andando con ordine, Ludovico il Moro, duca di Milano, regalò a Leonardo una vigna nel 1498. Durante i trascorsi milanesi, Leonardo realizzò, proprio per Ludovico il Moro, la sublime Ultima Cena che si può ammirare nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Questa vigna esiste ancora oggi, ed è quella di cui vi sto raccontando. La vigna che venne regalata a Leonardo (composta da circa 16 pertiche) si trova ancora oggi all’interno del giardino della Casa degli Atellani. Non solo giardino e vigna, però. Casa degli Atellani è uno scrigno di arte e cultura, in cui visitare la sala dello Zodiaco, lo studio di Ettore Conti; ammirarne lo Scalone monumentale del Portaluppi e la sale con i ritratti del Luini. L’ingresso alla vigna costa 10 € (prezzo intero) e si può prenotare sul sito www.vignadileonardo.com/it#tickets
Gli igloo di Milano

Ebbene sì, anche a Milano si possono vedere degli igloo. Ovviamente non di ghiaccio, ma dalla forma in tutto e per tutto simile a quella degli igloo dei paesi del nord. Queste case sono state progettate dall’ingegnere Mario Cavallè e raccontano una storia residenziale tra le più particolari di tutta Milano. Per ammirarle basta recarsi nel quartiere Maggiolina, in Via Lepanto. Vennero costruite nel periodo del dopoguerra e la loro funzione abitativa avrebbe dovuto essere provvisoria: dovevano, infatti, fungere da spazi di accoglienza per le famiglie sfollate a causa dei bombardamenti che colpirono duramente la città durante la Seconda Guerra Mondiale. Di tutte quelle che furono costruite a quel tempo, oggi ne rimangono solo due. Che però vi suggerisco di andare ad ammirare. Sono davvero uniche.
La Notting Hill arcobaleno a Milano

Ecco una visita che non potete perdere, perciò segnatevi questo indirizzo: Via Lincoln. E’ una strada privata che spesso viene definita la Burano milanese. Io preferisco associarla a Notting Hill. Ma poco cambia. In pochi metri si viene accolti da una meraviglia di villette a schiera basse, arricchite da romantici balconi, giardini privati e palme. Ma è soprattutto la forza dei colori che affascina. Qui, infatti, le facciate delle case assumono tutte le tonalità dell’arcobaleno; le decorazioni floreali sulle cancellate ricordano luoghi di fiaba e, cosa non scontata in una città come Milano, questa via è così stretta che non ci sono auto parcheggiate. Passeggiandovi, quindi, sembra di trovarsi in un’altra dimensione, quantomeno in un’altra città. Silenzio e bellezza fanno da cornice a questa zona insolita. La storia di queste case, però, risale all’Ottocento, quando vennero costruite per gli operai che lavoravano per una cooperativa non distante da Via Lincoln. In origine fu, quindi, un villaggio operaio, conosciuto come “Città ideale”. Inutile sottolineare che oggi quelle case sono tutto fuorché “popolari”, anzi.