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I bambini preferiscono i giocattoli del loro stesso genere

Oh no, ci risiamo. Ecco cosa ho pensato quando ho visionato il comunicato stampa relativo al tema dei giochi. Giochi di genere, ovvio. Balocchi da maschi vs. balocchi da femmine. Palloni e robot contro barbie e bambole. Che noia, che barba, che noia, avrebbe detto Sandra Mondaini buonanima. Eppure, secondo un prestigioso studio pubblicato da ricercatori della City University London unitamente alla UCL, sin dagli albori della loro esistenza, i bambini (e si parla di bimbi di 9 mesi) preferiscono i giochi rivolti al loro stesso genere. In maniera evidente e lampante.

bambini-gioco-palla-interno-camerettaL’articolo dedicato allo studio, e al certosino lavoro di ricerca, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Infant and Child Development e mostra come, all’interno di un ambiente come l’asilo nido, le differenze di genere siano evidenti già da una fase antecedente a quella in cui normalmente si manifesta l’identità specifica di genere.

Secondo lo studio (condotto nel Regno Unito), i bambini e le bambine scelgono giocattoli del loro stesso genere spinti da componenti biologiche ed evolutivo-ambientali. In maniera diametralmente opposta. I soggetti sottoposti ad osservazione in ambiente non famigliare (l’asilo nido, appunto) e soprattutto senza la presenza di un genitore, scelgono i giochi in maniera indipendente e sono più portati a prediligere soggetti a tema.

I balocchi utilizzati per questo studio erano una bambola, un orsacchiotto rosa, un pentolino per cucinare, un’automobilina, un orsacchiotto blu, una escavatrice e una palla.

Soggetti dello studio, 101 bimbi compresi in tre differenti fasce d’età:

  • 9-17 mesi, periodo nel quale i bambini danno manifestazione delle prime preferenze nella scelta del gioco indipendente (40 bimbi in totale);
  • 18-23 mesi, quando si verificano importanti progressi nella conoscenza del proprio genere (29 soggetti coinvolti);
  • 24-32 mesi, quando tale conoscenza si consolida ulteriormente (32 bambini osservati).

E qui, ahimè, la ricerca evidenzia come preferenze stereotipate tra i giocattoli siano state evidenziate sia per i bambini che per le bambine in tutte e tre le fasce di età, a dimostrazione che le differenze di genere compaiono molto presto nello sviluppo.

Bambini e bambine hanno palesato evidenti preferenze, crescenti mano a mano che l’età dei soggetti aumentava, nei confronti dei giochi legati al loro genere. A proposito di questo studio la dottoressa Brenda Todd, docente in psicologia presso la City University London, ha affermato che: Le differenze di genere nella scelta di giochi e giocattoli sono importanti in relazione alla cura del bambino, alle pratiche educative e alla psicologia dello sviluppo. Storicamente non c’è mai stata certezza sulle origini delle preferenze di genere in maschi e femmine per la scelta di giocattoli rivolti specificamente al loro genere, né sui processi di sviluppo che sottendono a tale comportamento. Di conseguenza abbiamo deciso di scoprire se effettivamente ci sia tale preferenza, e a quale età si manifesti”. 

E ha così proseguito: Le differenze biologiche dotano i maschi di un’attitudine alla rotazione mentale e di una capacità e di un interesse maggiore verso le abilità spaziali, mentre le femmine sono più interessate a osservare i volti e più brave nella motricità fine e nella manipolazione degli oggetti. Al momento dello studio delle preferenze verso i giocattoli nell’ambiente familiare di un asilo nido senza la presenza dei genitori abbiamo notato che le differenze erano coerenti con queste attitudini. Anche se era presente una variabilità individuale tra i bambini, si è potuto osservare che in generale i maschi giocavano con giochi rivolti ai maschi soprattutto, così come le femmine giocavano per la maggior parte con giochi rivolti alle femmine”.

La Dottoressa Todd ha infine dichiarato che I nostri risultati indicano che ci sono differenze significative di genere nella scelta dei giocattoli attraverso tutte e tre le fasce di età, con una scoperta particolarmente interessante individuata nei bambini della fascia d’età inferiore, compresa tra i 9 e i 17 mesi, nel momento in cui iniziano a gattonare o imparano a camminare e quindi a effettuare scelte indipendenti: la palla è la scelta preferita tra i maschi, mentre le bambine preferiscono il pentolino per cucinare”.

E niente, è come combattere una battaglia persa in partenza. Credo poco nelle componenti biologiche, mentre ritengo che quelle evolutivo-ambientali siano tra gli ingredienti che vanno maggiormente ad influenzare l’evoluzione, appunto, dei bambini. Delle loro preferenze, delle loro inclinazioni, delle loro passioni. Va da sé, quindi, che se i genitori vestono le femmine solo di rosa e i maschietti solo di blu, che se infilano nelle mani delle bambine solo ed unicamente bambole, pentolini, passeggini e ai maschietti solo macchinine e palloni, è abbastanza lapalissiano che i soggetti in causa siano indirizzati a preferire giochi di genere.

Ma che succederebbe se invece accadesse il contrario? Se l’indirizzo di genere non venisse dato? Se i genitori andassero finalmente controcorrente comprando giochi unisex o quanto meno lasciando ai propri figli la possibilità di decidere in completa autonomia?

Ludovica e Veronica hanno, in egual misura, bambole e passeggini, carrelli per la spesa e peluche, insieme a camion giocattolo, macchinine, palloni, costruzioni. Persino una moto elettrica. Gioco, notoriamente, più da maschio che da femmina. E giocano con tutti i loro balocchi senza prediligerne un genere rispetto ad un altro. E non credo (e voglio sperare) che siano delle mosche bianche, per questo.

Certo, la summenzionata ricerca è stata condotta da una realtà di tutto rispetto e lo studio pubblicato su di un’eminente rivista scientifica. Ma questo rimane, comunque, il mio parere. E’ dalla famiglia d’origine che si impara. E’ dalla famiglia d’origine che si creano la personalità e le preferenze dei nostri figli. Quasi tutte.

A proposito di… City University London

La City University London è un’università globale di eccellenza accademica, specializzata nel business e nelle professioni e con una prestigiosa sede nel centro di Londra.  È nel primo cinque percento delle università al mondo secondo il Times Higher Education World University Rankings 2013/14 e tra le prime trenta università del Regno Unito secondo il Times Higher Education Table of Tables 2012. È classificata tra le prime 10 università del Regno Unito per i posti di lavoro ottenuti dai suoi laureati (The Good University Guide 2014) e tra le prime 5 per il livello di remunerazione iniziale ricevuto dai suoi laureati (Lloyds Bank). L’Università attrae oltre 17.000 studenti (di cui il 35% a livello di dottorato) da oltre 150 paesi e personale docente da oltre 50 paesi.  Il suo prestigio accademico si fonda su una base molto ampia, con specializzazioni di livello mondiale in settori quali business, legge, scienze della salute, ingegneria, matematica, informatica, scienze sociali, oltre che nelle discipline artistiche, inclusi il giornalismo e la musica. Le origini dell’Università risalgono al 1894, con la fondazione del Northampton Institute sul quale sorge attualmente il corpo principale del campus della City. Nel 1966, la scuola ha ricevuto la qualifica di Università per decreto reale e il Sindaco di Londra è stato invitato a esserne Rettore, una consuetudine unica che continua ancora oggi. Dal 2010, il professor Paul Curran è Vice-Rettore della City University London.

4 pensieri su “I bambini preferiscono i giocattoli del loro stesso genere”

  1. 100 (cento!) bambini, nessun gruppo di controllo, e questo sarebbe uno studio valido? Di super c’è solo la malafede, tipico di chi non affronta la scienza con fare oggettivo ma cerca solo qualcosa che avvalori il suo pregiudizio, ignorando interi studi peer-rewied su PubMed che trattano ampiamente il tema ormai da decadi
    Sicuramente sarà migliore da madre che da scienziata, solo non strumentalizza i dati, è una questione di onestà intellettuale

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  2. Assutamente d’accordo. Anche io sono mamma di gemelle (solo due 😁) che hanno adesso 13 anni. Tra i loro giochi c’erano: i Lego, il garage con le macchinine, i soldatini (erano del papà), biglie palline e palloni, il camion con il cassone ribaltabile e un quad con pupazzo vestito da marine…. Per carnevale una si è vestita da cowboy e da moschettiere, con tanto di baffi disegnati. Se fossero state scelte per far parte del gruppo di studio , avrebbero fatto sballare i risultati!!!!

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