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Misure sulla genitorialità: in arrivo il congedo obbligatorio per i padri

congedo-di-paternitaFino a ieri, ciò che si sapeva sul famigerato congedo di paternità era che il lavoratore maschio aveva diritto a questo beneficio (beneficio, avete capito bene) nel caso in cui fosse lavoratore dipendente, padre naturale, adottivo o affidatario. Fin qui, nulla da eccepire. Se non fosse che, leggendo per benino il sito dell’INPS (cliccando qui, le informazioni complete) le conditio sine qua non da possedere per richiedere il congedo fossero le seguenti: entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio e per nascite (o adozioni o affidamenti) avvenuti a partire dal 1° gennaio 2013. Una possibilità, dunque, concessa, ma solo di recente. E, continuando a leggere, viene ancora più da sorridere se si entra nelle clausole specifiche di cosa spetti, a questo papà che il congedo eventualmente desidera richiedere: 1 e dico 1 giorno di congedo obbligatorio, da usare sempre entro il quinto mese di vita del bambino, anche in concomitanza con il congedo di maternità, 2 e sottolineo ben 2 giorni di congedo facoltativo anche consecutivi (!) (sempre se i colleghi del suddetto padre, in una società maschilista come la nostra, non hanno già affossato il papà con prese per il culo da qui a Katmandu), ma solo nel caso in cui la madre rinunci a due dei suoi giorni di congedo di maternità e, sempre, entro il compimento del quinto mese del pupo.

Però, un gran lusso davvero! Alla facciazza di chi continua a proclamare la così detta parità dei sessi e di genere. Quale genere, poi, non è dato sapere. Io propenderei per il genere “italioti”, non so voi. Comunque, bando alle polemiche, questa manna dal cielo per i neo-papà andrà ad esaurire il suo raggio d’azione e di validità a fine dicembre, come stabilito dal provvedimento emanato dalla (fortunatamente) ex Ministra Elsa Fornero. E quindi, che ne sarà degli uomini in odore di “mammitudine”?

Semplice, forse. Pare infatti che finalmente qualcosa si sia smosso. Qualcosa sta cambiando. Non rende ancora l’Italia una nazione moderna al pari di Svezia, Slovenia, Belgio e Spagna (solo per citare le prime quattro), ma forse è un passo avanti verso un cambiamento graduale che porterà entrambi i genitori ad avere, oltre a pari diritti, anche parità di doveri. E di fatica, aggiungerei.

paternita

Secondo il disegno di legge che è al via tra Camera e Senato, i padri potranno usufruire di 15 (ah, quindici….) giorni di paternità obbligatoria, in contemporanea alla madre (evabbè), nel primo mese di vita del frugoletto, pagato all’80%. Mai contenta, direte voi? No, non è questione di felicità o meno. E’ una mera questione di pari RESPONSABILITA’. Punto.

Ma la cosa più esilarante sta negli obiettivi di questo emendamento alla Legge di Stabilità. Cito testualmente “punto primo: favorire la cultura della condivisione dei compiti di cura tra uomini e donne” e “porre uomini e donne sullo stesso livello nei confronti delle aziende“.

Ah beh, ovvio. Dopo il primo mese di vita, il figlio o la figlia o i gemelli che siano, saranno certamente grandi e svezzati e non avranno più alcuna necessità né di cura né di altro che sia anche lontanamente legato allo sviluppo, alla crescita, alle loro esigenze, insomma. Come si può tentare di coinvolgere contemporaneamente uomini e donne, allo stesso modo, a prendersi le proprie responsabilità se poi, dopo appena un mese, tutto ricade comunque sulle spalle della madre?

Eh, se volete farvi ancora quattro risate (non di più, che poi si trasformeranno inevitabilmente in un ghigno), leggete la dichiarazione del Presidente dell’INPS, Tito Boeri che afferma che “I datori di lavoro sapranno d’ora in poi che assumere un uomo comporta costi comparabili con quelli dell’assunzione di una lavoratrice” e continua aggiungendo che “I dati ci dicono che un datore di lavoro su due nelle imprese con meno di 50 dipendenti oggi preferisce assumere uomini anziché donne. Nelle grandi imprese invece tre datori di lavoro su quattro si dichiarano indifferenti tra uomini e donne. Ma la realtà italiana è fatta di tante piccole imprese. Per questo è opportuno aumentare, agli occhi dei datori di lavoro, il rischio che siano gli uomini a prendersi i congedi».

Avete letto bene, parla di RISCHIO! Ma quale rischio? A me pare che già la parola usata, in sé e per sé, contenga una visione di genere lontanissima dall’essere superata.

I congedi parentali, siano essi richiesti da uomini o da donne, devono essere un DIRITTO inalienabile di entrambi i genitori, quanto quello al lavoro e alla casa. I figli, fino a prova contraria, si fanno in due. Solo una donna ha avuto il grande dono dello Spirito Santo. E il suo consorte non ha di certo avuto problemi nell’aiutarla, giacché allora di congedi parentali nemmeno si parlava.

2 pensieri su “Misure sulla genitorialità: in arrivo il congedo obbligatorio per i padri”

  1. Per me hai ragione, certe cose sono davvero insopportabili. Poi non trovo giusto che a partorire siano solo le donne e che le donne piscino sedute, farei una legge per far partorire gli uomini e far pisciare in piedi le donne! (grin)

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